giovedì 8 ottobre 2009

Menu vegetariano? Sì, grazie

Gianluca Felicetti, Daniela Poggi e Red Ronnie

Per la prima volta un’associazione animalista lancia un programma alimentare con un’associazione di ristoratori. LAV e Ascom Confcommercio hanno presentato il progetto pilota “Veg+” al quale aderiscono anche decine di ristoranti della Maremma, che si impegnano ad offrire ai loro clienti, tra le altre pietanze, anche una varietà di piatti vegetariani. L’iniziativa - volta a valorizzare la produzione agro-alimentare della Maremma, nonché la cultura del rispetto degli animali e dell’accoglienza verso chi predilige piatti privi di ingredienti d’origine animale - sarà riconoscibile col logo “Veg+” all’ingresso dei ristoranti aderenti e sui loro menu.

E la campagna navigherà anche su internet, sul sito http://www.cambiamenu.it/, dedicato alle scelte alimentari consapevoli, dove si potranno scegliere e combinare alimenti gustosi, sani e dall’impatto sostenibile verso gli altri esseri viventi e l’ambiente. L’obiettivo della campagna, che proseguirà nei prossimi mesi, “è unire, e non dividere, fare in modo che nello stesso ristorante si trovi la scelta ideale per tutti, anche per i vegetariani, cercando al contempo di sensibilizzare l’opinione pubblica a una scelta etica e consapevole”. Dal sito cambiamenu è partita anche la prima VegRace, che coinvolge anche il popolo di Facebook e di altri social network: una maratona virtuale aperta a tutti, che coinvolgerà i navigatori in piccole scelte alimentari che producono benefici per la salute personale e degli animali. Il progetto Lav è culminato con la presentazione della proposta di legge bipartisan, primo firmatario l’on. Andrea Sarubbi, per garantire l’opzione vegetariana nelle mense e nei luoghi di ristoro pubblici e privati, con la prima giornata vegetariana di ieri presso la Camera dei Deputati, dove è stato servito un menu vegetariano ideato e realizzato per l’occasione da Pietro Leemann, il più celebre chef italiano del settore. Testimonial della campagna, Tom Regan (filosofo dei diritti degli animali), Daniela Poggi (attrice), Red Ronnie (presentatore tv).
Il presidente LAV Gianluca Felicetti ha spiegato i motivi di una scelta vegetariana, che partono da una maggiore tutela dell’ambiente, sottolineando come ogni animale produca un inquinamento di suolo e acqua “pari a 30 volte il suo peso. Il 18% delle emissioni globali di gas serra (più del 14% prodotto dai trasporti) deriva invece dagli animali allevati (Fonte: rapporto FAO “Livestock’s long shadow” 2007). Agli allevamenti è imputato il 65% delle emissioni di ossidi di azoto, il 64% delle emissioni di ammoniaca e il 37% del metano. Per produrre 1 kg di carne di manzo si generano 36 kg di gas serra CO2 equivalenti: sostituendo 1 kg di carne a settimana con proteine vegetali in un anno si possono risparmiare quindi 1.872 kg di CO2.”

Altri dati segnalati dalla Lav:
Il 30% delle terre del Pianeta è destinato al pascolo e in Sudamerica il 70% delle terre deforestate è stato trasformato in pascolo. Ogni hamburger comporta la distruzione di 5 mq di foreste: 35 mq per ogni kg di carne. Secondo il governo brasiliano l’allevamento bovino è responsabile dell’80% della deforestazione della foresta amazzonica, che viene disboscata a un ritmo di 18 ettari al secondo, e del 14% della perdita mondiale delle foreste (rapporto Greenpeace: Amazzonia, che macello! – giugno 2009). Ogni anno viene disboscata un’area di foresta amazzonica corrispondente al Piemonte (rapporto Geo Amazzonia 2009), mentre in totale sono andati persi finora 621mila kmq di foresta, corrispondenti all’intera Francia (Greenpeace).

Il 66% delle terre fertili è destinato alla coltivazione di cereali e legumi per alimentare animali; il 90% per cento della soia e il 50% dei cereali prodotti nel mondo sono utilizzati per produrre mangimi animali: per 1 kg di carne sono necessari 15 kg di cereali. Con il raccolto ottenuto da un appezzamento di terra necessario a nutrire una persona onnivora, inoltre, potrebbero essere nutriti 20 vegetariani. La produzione di 5 kg di carne bovina comporta l’uso di una quantità d’acqua pari al consumo annuo di una famiglia media americana (stime Newsweek): per produrre 1 kg di carne bovina sono necessari oltre 15.000 litri d’acqua; per 1 kg di carne di maiale 4.800 litri; 3.500 litri per 1 kg di pollo, contro i 1.300 litri per 1 kg di frumento (Barilla center for food nutrition 2009), i circa 1.900 litri per 1 kg di riso, e 2.000 litri per 1 kg di soia. In Italia ogni anno vengono uccisi 700 milioni di animali terrestri e miliardi di animali acquatici, per il consumo alimentare umano. 17 miliardi solo in Europa e negli Stati Uniti. Il 99% proviene da allevamenti intensivi.

Germana Brizzolari
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