giovedì 8 settembre 2011

Iva al 21%: ecco che succede

Giocattoli, detersivi, benzina, libri, ombrelli e bastoni, telecamere ed e-book, calzature, cappelli. Parrucchieri e palestra (l'Italia detiene già il triste record di maggior percentuale - 1 su 3 - di bambini obesi), seggiolini per auto, strumenti musicali, tessuti, coltelli, servizi di telecomunicazione, tutto l'abbigliamento, ma anche oro e gioielli. E ancora: pellicce e tabacco (e qui in realtà si disincentiva all'acquisto e non ci può trovare che d'accordo). Con l'aumento dell'Iva al 21%, geniale trovata della manovra n°5 di questo "Governo",  tutti questi beni e servizi - e altri che non ci sono venuti in mente - aumenteranno di un punto percentuale.

Già al primo anno di Università, il nostro prof di economia politica (Mario Baldassarri, do you remember?) ci spiegava il forte impatto inflattivo di un aumento della tassazione sulle "cose". E in Italia abbiamo l'aggravante di essere il Paese dei furbetti: alzi la mano chi crede che non saranno tutti i commercianti, indistintamente, ad alzare i prezzi, e non dell'1%....tanto, chi controlla? Forse qualcuno ricorderà il passaggio dalla lira all'euro: prezzi raddoppiati con savoir faire memorabile... Proprio quello di cui abbiamo bisogno: un rigurgito di inflazione!

E a chi obietta che si tratta di una tassa che tocca tutti, quindi anche gli evasori, neanche vale la pena di ricordare che, in proporzione, cioè in rapporto a quanto si guadagna, questo nuovo balzello inciderà molto di più su chi guadagna 15.000 euro rispetto a quanto colpirà chi ne guadagna 100.000. Alla faccia dell'equità! E non ci preoccupiamo dei nostri poveri politici: lì i sacrifici sono stati ridotti, molto silenziosamente e velocemente dell'85%!!! Praticamente: fuffa!
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