giovedì 19 aprile 2012

Il messaggio segreto delle stelle cadenti


Un viaggio può cambiare il tuo destino? E' in libreria "Il messaggio segreto delle stelle cadenti", di Max Giovagnoli per Newton Compton Editore. Giuspe è orfano ed è affetto da ADHD, un disturbo del comportamento che lo rende incapace di controllare i propri impulsi. Vive in un istituto da quando è neonato e il suo carattere si è formato per strada, a contatto con la violenza di certi quartieri romani. Marzia, una compagna di classe, è l’unica a conoscere il suo segreto, quello che lui chiama la “conchiglia”, un posto immaginario dove il ragazzo si ritira per fuggire dal mondo. Aprile è il suo professore, un trentenne pieno di debiti che colleziona amori sbagliati o impossibili. I due diventano protagonisti di una comune avventura quando Giuspe viene a sapere che il professore andrà in vacanza in Irlanda. 

Intenzionato a partire, organizza un vero e proprio ricatto per costringerlo a portarlo con sé. Il ragazzo non lo rivela, ma il suo viaggio ha un fine ben preciso: trovare i genitori che, ha scoperto, potrebbero trovarsi proprio in Irlanda. Sull’isola i due incontreranno Eirin, la guardiana di un vecchio faro, che pensa giorno e notte al marito ucciso in strane circostanze. Parla magicamente col suo spettro in un presente congelato nel ricordo e nella nostalgia. Capitolo dopo capitolo, sulle note dei REM, affiora un universo palpitante di personaggi desiderosi di riscatto e di pace, che un giorno, quasi riemergendo dall’inferno in cui la vita li ha fatti precipitare, aprono di nuovo le porte del loro cuore alla fragilità, alla verità e all’imprevedibilità dei sentimenti.



MAX GIOVAGNOLI , esperto di storytelling, autore di fiction per TV e web, è dottore di ricerca in Letteratura Italiana e non ha mai smesso di insegnare nei licei. Ha collaborato con il Festival Letterature di Roma e la Fondazione Bellonci-Premio Strega. Scrive sulle riviste «Bookshop» e «Script» ed è autore di saggi e romanzi ("Fuoco ci vuole" e "All’immobilità qualcosa sfugge"). I suoi saggi sono tradotti anche negli USA, dove è stato definito «una delle trenta voci che stanno cambiando il modo di raccontare nei media in tutto il mondo». Qui di seguito racconta qualcosa di sè...


"Ho cominciato a scrivere dopo il dottorato di ricerca. A quel tempo già lavoravo in TV e avevo pubblicato un paio di saggi sulle nuove tecniche di narrazione nei media, ma avevo una certa soggezione nei confronti della letteratura. Poi ho cominciato a girare come visiting professor nelle università, sono entrato nella scuola, ho lavorato in produzioni importanti e ho capito che, come dice Marquez, in fondo quello dello scrittore è un vizio, non un dono di natura, né un mestiere appetibile. Non puoi evitarlo ma non è detto che ti porti da qualche parte".

"Ho avuto uno studente come Giuspe. L’ho capito in temp, gli sono stato dietro e l’ho difeso, ma eravamo soli, il suo disturbo (ADHD) non era ancora conosciuto e non sono riuscito a salvarlo. Questo libro serve anche per ricordare quello che di magico c’era in lui. Quelli che definiscono certi ragazzi “difficili o “problematici” scambiano molto spesso la causa (la persona, il carattere, la sua storia) con l’effetto (le difficoltà e i problemi che possono procurare loro). E poi, c’era il desiderio di raccontare l’Irlanda che più amo, quella selvaggia e inospitale del nord, con i suoi minuscoli villaggi di pescatori e le improvvise burrasche".


"C'è un po' di me nel personaggio "Aprile": possiede una Ducati identica alla mia ed è cresciuto anche lui sgomitando tra i palazzoni di Roma nord. Avrei voluto dare più spazio a quel mondo nel libro, ma sarebbe stato fuori dall’economia della storia. Io e lui abbiamo in comune le scelte un po’ “fatali” che ci hanno portato nella Scuola, anche se poi abbiamo reagito prendendo strade diverse. Lui ingaggiando una crociata contro il tartarughismo dei professori e il gioco “in difesa” della scuola italiana. Io invece all’attacco, con la scrittura e i lavori internazionali nei media.


"L’idea del "cortometraggio" dal libro è nata quando mi hanno invitato al Cairo Mediterranean Literary Festival, subito dopo i giorni della Rivoluzione. Per questo ho scelto di raccontare una parte del libro concentrandomi esclusivamente sul punto di vista dei ragazzi, perché loro sì, davvero, sono uguali in tutto il mondo. Nel romanzo e nel film Giuspe indossa ad esempio la stessa maglietta e le stesse scarpe che si vedevano nei filmati ritratti coi telefonini dai suoi coetanei in Nord Africa. Il corto è solo uno dei media che racconteranno, in tempi diversi e ciascuno con il proprio linguaggio, alcuni frammenti di questa storia: presto verranno un’applicazione per iPhone, un breve tour con la cantante irlandese Kay Mc Carthy e il romanzo". 
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