martedì 2 ottobre 2012

Ritratto di signora. Il tormento delle figure


Torna in scena al Teatro Stanze Segrete, dal 2 al 14 ottobre, "Ritratto di signora. Il tormento delle figure", un omaggio ad Alda Merini, di e con Elisa Pavolini, per la regia di Mario Schittzer. In scena, le parole e le suggestioni di Alda Merini, per incontrare virtualmente tanti personaggi che  hanno fatto parte della sua vita

“I miei amori cominciano nei tempi futuri. I veri amori sono dei sogni, sono delle invenzioni, sono dei parametri di poesia. Se questo o quell’altro uomo siano veramente esistiti, se abbiano toccato la mia carne, questo è un fenomeno secondario”. Ce li descrive così, Alda Merini, i suoi amori. Come sogni, figure, a volte incubi, ombre, a volte intense suggestioni che scuotono l’anima, la svuotano e la tormentano. Il racconto “Il tormento delle figure”, pubblicato nel 1990, è un viaggio che attraversa l’anima: un flusso di coscienza, a tratti logico e disarmante, in altri momenti compulsivo e logorante; come se l’Amore possa essere al tempo stesso una salvezza e una dannazione.

La Merini ci presenta alcuni degli uomini della sua vita, alcuni dei suoi amori, veri o presunti; quelli che l’hanno presa e violentata, amata e osannata, disprezzata e tradita. Ci regala i tormenti delle ‘sue’ figure e lo fa in modo delicato, come se la sofferenza, la depressione, il manicomio, l’abbandono, la difficoltà di vivere non la riguardassero fino in fondo. In questo flusso di pensieri, trova spazio un passo estrapolato dalle “Lettere al Signor G”, una raccolta di scritti, lettere e versi che la poetessa ha indirizzato a Enzo Gabrici, uno degli psichiatri che la tenne in cura e che divenne per lei un punto di riferimento.
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