sabato 29 novembre 2014

Confessioni di un sessantottino


Le generazioni dai capelli bianchi hanno conquistato la longevità, il traguardo più ambito, ma anche hanno ri-scoperto la voglia di fare e di distinguersi, opponendosi agli attacchi dei rottamatori. Romano Bartoloni, giornalista da mezzo secolo, presenta in anteprima a "Più libri più liberi" (in programma a Roma, al Palazzo dei Congressi dell'Eur dal 4 all'8 dicembre) il suo "Confessioni di un sessantottino. Panchinari mai", Edizioni Memori.

I “vegliardi” italiani sono fieri di essere in testa alle classifiche mondiali per longevità. Tengono duro anche se il fisiologico conflitto generazionale è diventato negli attuali tempi grami lotta di classe, rivendicano pari dignità con i giovani, rifioriscono nell’entusiasmo di esistere, si cimentano con gagliardia per restare sulla cresta dell’onda, all’occasione sanno resettarsi. Si sentono una razza a parte di longevi, e rifiutano le corrose etichette di vecchi, anziani, terziari o quaternari per ragioni di età. Rovescio della medaglia, "l'A tu per tu" con il dramma dell’Alzheimer.  

L'AUTORE
Romano Bartoloni è presidente del Sindacato cronisti romani. Dopo aver lavorato per diversi lustri nelle redazioni di quotidiani e agenzie di stampa (da il Giorno a l’Agenzia Italia, al Popolo, dove è stato vicedirettore), oggi commenta e scrive sui fenomeni del mondo della comunicazione, e sulla Roma di oggi e di ieri. Autore ed editore di diverse pubblicazioni, fra le quali Guida all’universo comunicazione, Cento anni di cronaca a Roma, 60 anni di cronache di Roma, ha deciso di devolve i suoi diritti all’associazione “Alzheimer anziano fragile” onlus.

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