lunedì 8 agosto 2016

Sani da morire


Arzillo e spumeggiante come gli anziani che lo popolano, divertente e tenero come lo sguardo della sua autrice, "Sani da morire" di Paola Rinaldi (per Sperling & Kupfer) è un giallo che si tinge di ironia e humor. Nel lento tran tran dell’estate di Chianciano, la calma è improvvisamente sconvolta dalla morte sospetta dell’ottantenne Benito. La cittadina è preparata ad accogliere qualche improvvisa "dipartita" (data l’età avanzata dei suoi villeggianti), ma non è assolutamente attrezzata per gli omicidi. 

Mentre un paio di scatenate vecchiette, Mercedes e Cisalpina, si improvvisano detective, il comandante Cavicchioli - terrorizzato dal dover interrogare l’unica testimone dei fatti, una centenaria dalla memoria corta - riesce a scaricare il caso spinoso su qualcun altro: il commissario Angiolino. Alle terme, in mezzo a vecchietti vittime e vecchietti assassini, molestato da una diciassettenne decisa a perdere con lui la verginità, Angiolino inizia a capire che quello di Benito è solo il primo di una serie delittuosa, che si rivelerà molto più complicata e sorprendente di quanto potesse immaginare.

L'AUTRICE
Paola Rinaldi è nata a Roma. Dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti e al Laboratorio di Arti Sceniche di Gigi Proietti, nel 1980, non ancora ventenne, fa il suo esordio come Ofelia nell’Amleto di Gabriele Lavia, al quale fa seguito una lunga carriera di attrice teatrale, cinematografica e televisiva. Sani da morire è il suo primo romanzo.


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