Inaugurata presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini, (Ospedale San Camillo, Circonvallazione Gianicolense 87, a Roma), la mostra fotografica “Coraggio, si ricomincia!”, che vuole evidenziare l’importanza della rete di amicizia e solidarietà grazie alla quale si può uscire dall’emergenza della strada. Una mostra che intende superare il luogo comune che associa la condizione del Senza Tetto a una scelta di vita e che si propone di abbattere il pregiudizio e la discriminazione verso questa categoria di persone. La mostra pone l’accento sulla precarietà che potenzialmente può colpire ogni individuo, per fatti e accadimenti apparentemente normali, ma che a volte possono portare a conseguenze drammatiche come la perdita della stabilità e della sicurezza della casa e della rete famigliare, condizioni di base che consentono a ogni individuo di vivere in condizioni “ accettabili”.
Nel corso dell’inaugurazione della mostra, alla presenza di Roberta Angelilli, Vice Presidente del Parlamento Europeo, Valter Vomiero, Consigliere di Commercity delegato alla Responsabilità Sociale d'Impresa, Luigi Macchitella, Direttore Generale Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini, Giovanna Natalucci, Direttore URP UOC, Sergio Calvello, Testimone della realtà dei Senza Fissa Dimora,Augusto D’Angelo della Comunità di Sant’Egidio, Matteo Botazzi, Volontario Comunità di Sant’Egidio, sono stati presentati i nuovi dati sui Senza Fissa Dimora a Roma, sulle loro condizioni di vita. I numeri raccolti da Commercity, Sant’Egidio e Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini parlano di un fenomeno in crescita in Europa, e in Italia in generale, e a Roma in particolare: solo nel nostro Paese esistono tra i 90 ed i 100 mila SFD, mentre a Roma se ne contano 8 mila. Presenti inoltre i protagonisti del libro e della mostra Sergio Calvello; Antonino Siragusa, Carmelo Zucchi, Claire Mukoso Nsele.
L’evento è inserito in un vasto progetto per assistere i Senza Fissa Dimora di Roma. Le circa 180 aziende che fanno parte di Commercity, infatti, raccolgono periodicamente abbigliamento, materiali per la cura delle persona e generi alimentari. “Perché un ospedale di Alta Specializzazione come il nostro – ha spiegato Luigi Macchitella - si occupa di senza fissa dimora? L’ospedale non deve essere solo un luogo di cura in termini esclusivamente clinici. Non bisogna poi dimenticare che negli ospedali, da sempre, si rifugiano e si “nascondono” i senza fissa dimora.”