sabato 25 dicembre 2010

A Natale, letture "caloriche" e bontà


Sono sei i libri interamente dedicati ai piaceri della tavola: "Il Mangiarozzo 2011" e "Le ricette d'oro delle osterie e delle trattorie del Mangiarozzo" (entrambi di Carlo Cambi), "L'arte dei cucinare alla milanese" (di Giovanna Canzi e Daniela Papagni), "L'arte di cucinare alla romana" (di Silvia Spagni), "Il cucchiao di cioccolata (di Alba Allotta), "I segreti della cucina italiana" (di Antonio Colonna).

Il Mangiarozzo 2011 non ha bisogno di presentazione: sono le 1000 e più osterie e trattorie d’italia dove mangiare almeno una volta nella vita. Carlo Cambi, con la sua anti-guida enogastronomica (arrivata alla sesta edizione il cui slogan è diventato patrimonio comune “più che una questone di etichetta una questione di forchetta”, accende i riflettori sulle trattorie e osterie d’Italia dove la stragrande maggioranza degli italiani vanno a mangiare riscoprendo la cucina di tradizione, stagionale, legata al territorio. Il Mangiarozz è stato la prima pubblicazione a non dare il voto alle cucine e ora anche Slow Food si è convinta che il voto non serve, è stato il primo libro a schierarsi contro la chimica in cucina, contro i cuochi di artificio, contro la cucina molecolare.


"Le ricette d’oro delle osterie e trattorie del Mangiarozzo" propone il meglio delle ricette dalle trattorie e osterie d'Italia

recensite negli anni dal Mangiarozzo: oltre 1600 ricette della cucina tradizionale e territoriale italiana. Una sorta di enciclopedia dei nostri sapori che è anche un viaggio alla ricerca delle nostre più autentiche radici. È dai tempi di Pellegrino Artusi, della sua "scienza in cucina", che non veniva proposta una codificazione completa delle nostre prassi culinarie. Frutto di un lavoro di ricerca durato quattro anni durante i quali sono state raccolte le preparazioni delle osterie e delle trattorie che sono state recensite ne IL MANGIAROZZO, è una corposa rappresentazione dell'Italia “a la carte”, di regione in regione. Trattandosi di ricette tradizionali i piatti non sono mai costosi e ad ogni pietanza è stato abbinato un vino, perché "un cibo senza vino è come un cielo senza stelle".




Che cosa raccontavano le nonne milanesi quando, barricate per ore e ore in cucina, pulivano il cavolo per una verza da perfetta o preparavano i tortelli da offrire ai nipoti durante il carnevale?Del risotto alla milanese come piaceva a Carlo Emilio Gadda, dei capponi che bollivano nella pentola di don Abbondio, del ris in cagnon rimpianto da Carlo Maria Maggi, della cotoletta alla milanese ritenuta un gran pericolo dal conte Attems, aiutante di campo di Francesco Giuseppe. "L'arte dei cucinare alla milanese" (di Giovanna Canzi e Daniela Papagni) è un insieme di tutto ciò, dai riferimenti letterari a quelli cinematografici, dai proverbi alle canzoni popolari fino alle poesie, la cucina milanese rivive nella sua straordinaria ricchezza e attualità. Duecento ricette, accompagnate da citazioni e motti popolari, ci accompagnano in un viaggio capace di far rivivere la cucina casalinga, dove il gusto della càsoeula aspetta solo di sposarsi con una polenta fumante, e il sapore deciso della busecca verrà stemperato dalla dolcezza di una torta di mele appena sfornata.

«Più si spende, peggio si mangia», così recita un motto popolare romano, perché la vera cucina capitolina si riassume in due parole: genuinità e semplicità. Ispirandosi a queste due prerogative, L’arte di cucinare alla romana ((di Silvia Spagni), ci guida alla riscoperta delle antiche tradizioni culinarie, rimaste immutate nell’arco dei secoli, e ci tramanda tutte le ricette che le zie e le nonne preparavano al di qua e al di là del Tevere. Ce n’è per tutti: da quelle più veloci e semplici come gli antipasti a quelle più elaborate come la pajata o la coda alla vaccinara; e ancora primi piatti sfiziosi come i bucatini all’amatriciana alla maniera della Sora Lella o gli autentici spaghetti ajo ojo e peperoncino, ideali per la spaghettata di mezzanotte. Inoltre curiosità, aneddoti, racconti inediti e modi di dire che renderanno più piacevole la preparazione in cucina.



Il cioccolato: un gusto, una passione, un’avventura dei sensi e della mente che sublima e appaga. Gli Aztechi lo chiamavano il “nettare degli dei”, e fin dalla sua prima comparsa nel Vecchio Continente è diventato un alimento irrinunciabile, tanto da indurre vescovi e prelati a dichiarare che sciolto in acqua non rompeva il digiuno della Quaresima. Un successo che non conosce crisi. "Il cucchiao di cioccolata (di Alba Allotta) ci porta nella voluttuosa morbidezza di questo alimento, per provarlo nelle sue infinite declinazioni. Più di 500 ricette, dalle più classiche alle più curiose, adatte ognuna a un’occasione diversa. Dolci al cucchiaio, creme, semifreddi e soufflè, torte Sacher, meringate; e poi biscotti, dolcetti e pasticcini, tartufi, praline e bonbon ripieni, ma anche corroboranti bevande vellutate: un invito alle intense seduzioni del cioccolato.


Antonello Colonna, tra gli chef italiani più apprezzati nel mondo, svela i suoi segreti ne “I segreti della cucina italiana. Ricette e invenzioni di un cuoco rivoluzionario”. Peccati di gola a cui neanche la regina Elisabetta ha saputo resistere.

Incontrare Antonello Colonna – cuoco tra i più decorati del panorama italiano – è un’esperienza travolgente. Un invito a colazione si trasforma in un percorso iniziatico all’arte del convivio. Il viaggio prende l’avvio dai suoi celebri piatti che hanno il pregio di aver abbattuto i confini delle tradizioni nostrane per sbarcare nel panorama internazionale. Ma Antonello Colonna non è solo uno chef, è un maestro nell’arte di accogliere e stupire l’ospite; ti prende per mano e ti racconta le tante storie che sanno di eroiche imprese: dai suoi piatti ai suoi ristoranti oltreoceano, alle sue campagne pubblicitarie, alle sue operazioni di marketing.

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