“Ho sempre pensato che il finale de “La bisbetica domata” fosse in un certo senso inadatto, quasi “sbagliato” - ha spiegato Kheradmand - ma non capivo dove e quale fosse il problema. Comprendevo certamente la denuncia della società “gessata” e composta degli Inglesi da parte di Shakespeare e il famoso triangolo tra padrone, padrona e maggiordomo, la loro astuzia, la loro furbizia. Ma per me che sono iraniana, che ho vissuto e che tutt’ora vivo l’intrusione degli Inglesi (mi riferisco in particolar modo alla famosa “falsa rivoluzione” di Khomeini); questo testo ha un ulteriore valore aggiunto. E ho scelto di soffermarmi solo sulla parte intima del testo Shakespeariano, quella che si cela e si rivela all’interno delle mura domestiche; mi è venuta così l’idea di un finale a sorpresa, che naturalmente scoprirete solo al termine dello spettacolo”.