Gli uffici e le cancellerie del Tribunale di Roma sono aperti per sole 3 ore al giorno, con file ed attese per cittadini ed avvocati: il tribunale più grande d’Europa è anche il meno accessibile. Per questo motivo, è stato depositato un ricorso al Tar di Roma da parte di un gruppo di avvocati romani che chiedono la l’annullamento dei provvedimenti del presidente del Tribunale di Roma che hanno limitato a sole 3 ore al giorno l’orario di apertura al pubblico delle cancellerie e degli uffici del Tribunale di Roma. Si tratta di decine di legali romani, "capitanati" da Mauro Vaglio, consigliere dell’Ordine, e difesi dal collega Antonino Galletti, delegato romano OUA (Organismo Unitario Avvocatura).
Tra i ricorrenti anche l’ex presidente dell’Ordine Alessandro Cassiani ed i consiglieri Pietro Di Tosto e Donatella Ceré (quest’ultima anche componente del consiglio giudiziario); la limitazione dell’orario di apertura comporta, infatti, un notevole accumulo di lavoro da concentrarsi in un ristretto lasso di tempo e ore di fila e di attesa per i cittadini davanti alle cancellerie ed agli uffici. Per gli avvocati che svolgono la propria attività professionale presso tale sede, questo provvedimento si traduce in un ostacolo all’esercizio della professione, e li espone a responsabilità rilevanti per eventuali decadenze.
“Tutti i ricorrenti agiscono nel legittimo interesse a difendere la propria professionalità, ma sopratutto nell’interesse dei cittadini che rappresentano – ha dichiarato l’avvocato Galletti -. Nei provvedimenti impugnati non è addotta alcuna ragione di “particolare urgenza” o di “straordinaria necessità” a supporto della limitazione dell’apertura al pubblico imposta”. Siamo certi che il Tar capitolino, attento e sensibile ai problemi dell’avvocatura, riuscirà a liberarci dal triste primato d’essere il tribunale più grande d’Europa ed, al contempo, il meno accessibile ai cittadini, con le cancellerie e gli uffici aperti per sole 3 ore al giorno”.
“In definitiva – ha aggiunto l’avvocato Vaglio - la “sperimentazione” imposta dal Presidente del Tribunale e dal dirigente amministrativo, che riguarderà 24 mila professionisti romani e migliaia di cittadini, si rivelerà forse addirittura inutile – per espressa ammissione e riconoscimento presidenziale e dirigenziale – e si risolverà con il prevedibile ritorno alla “normalità” da gennaio, dopo avere provocato senza motivo il “rallentamento” dell’attività giudiziaria e degli avvocati, che rischiano di subire “la beffa” di vedersi riproporre a breve l’ordinario malfunzionamento del sistema, connotato dai normali disservizi e dai cronici ritardi, almeno però “spalmati” nell’arco delle cinque ore di doverosa apertura al pubblico”.