venerdì 22 maggio 2015

Anima


Una sera, tornando a casa dal lavoro, Wahhch Debch trova la moglie atrocemente assassinata, con un coltello piantato nel ventre. La scena è narrata in terza persona, ma si capisce che il narratore non è estraneo alla storia: è infatti il gatto della coppia a raccontare la macabra scoperta e la reazione del padrone. Odissea contemporanea, "Anima" (di Wajdi Mouawad per Fazi Editore) è (anche) un'ardita provocazione letteraria: capitolo dopo capitolo, il filo della narrazione è ripreso da una serie di animali (cani, gatti, ma anche topi, serpenti e insetti d’ogni genere) che si fanno testimoni di quanto accade al protagonista, riportando i dialoghi e immergendo il lettore nella loro percezione della realtà. 

Dal medico legale incaricato del caso, Wahhch viene a sapere che l’assassino è un indiano mohawk che la polizia si rifiuta di inseguire e di arrestare per ragioni oscure. Debch penetra nella riserva in cui si è rifugiato l’indiano e sprofonda nelle viscere di un mondo a sè stante, abbandonato alle mafie e ai traffici di ogni sorta, governato da leggi proprie e in cui le più orribili bassezze si mescolano alla bellezza della cosmologia indiana. Quella di Wahhch è un'esplorazione della natura umana nei suoi lati più oscuri, un viaggio che lo porterà dalle gelide riserve indigene del Québec fino al Libano, dov’è sepolto il suo tragico segreto, un episodio brutale dell’infanzia che gli ha cambiato per sempre la vita. 

L'AUTORE
Nato in Libano nel 1968, Wajdi Mouawad si è trasferito prima a Parigi e poi a Montréal a causa della guerra. Artista poliedrico (scrittore, drammaturgo, regista e attore), In Canada e Francia è considerato uno degli autori di teatro contemporanei più importanti degli ultimi anni. Lo spettacolo Incendies è stato riadattato a film, ottenendo la candidatura all’Oscar come miglior film straniero nel 2011.
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