Un romanzo che parla di famiglie tradizionali e insolite, di madri buone e figli cattivi o viceversa, del lavoro come fatica e come vocazione. Tre donne, tre modi diversi di essere o non essere madri. E' in libreria, per Bompiani, I nomi che diamo alle cose di Beatrice Masini, il nuovo romanzo dell’autrice di Tentativi di botanica degli affetti (Premio Campiello 2013).
Anna, quarantenne in fuga da Milano e da un amore non risolto, eredita da una celebre scrittrice per ragazzi scomparsa di recente la portineria della sua villa in collina. La fatica di ambientarsi in un mondo nuovo, fra gente nuova – un capomastro gentile e devoto che le fa da Virgilio, l’anziana sorella di lui che è stata segretaria della scrittrice, una coppia di neo-contadini con due bambine molto indipendenti – è complicata da ombre lunghe che risalgono alla guerra e da una rete di non detti che unisce e separa le persone della piccola comunità. Il figlio della scrittrice, un giovane uomo irrequieto, sembra accusare Anna di essere un’usurpatrice; un ricco iraniano innamorato del lago la corteggia e la fa sentire di nuovo attraente. Sembra che tutti vogliano qualcosa da Anna, che la sua presenza lì non sia quasi casuale ma richiesta. E proprio lei, complice una raccolta di fiabe inedite ritrovate in una scatola di latta, è chiamata a ricomporre vecchi conflitti in un lavoro di ricostruzione di certe verità che la costringe ad affrontare le proprie luci e ombre, le luci e le ombre di tutti: il nodo della maternità, la cura degli altri e delle cose, il dare peso a ciò che si fa e si sceglie e a come lo si chiama.
L'AUTRICE
Beatrice Masini è giornalista, traduttrice, editor, scrittrice, autrice di storie e romanzi per ragazzi; tra gli ultimi La fine del cerchio, Fanucci 2014 e La cena del cuore, RueBallu 2015. Presso Bompiani ha pubblicato il suo primo romanzo per adulti, Tentativi di botanica degli affetti, con cui ha vinto il Premio Campiello 2013 - selezione giuria dei letterati, il Premio Alessandro Manzoni e il Premio Viadana.