martedì 29 luglio 2008

Parto indolore a pagamento? Per l'Italia è incivile, pericoloso e costoso


Novità in campo sanitario: dovrebbero essere cancellati, per motivi finanziari, alcuni dei nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA) voluti dall'ex ministro Livia Turco, per cui una grande quantità di prestazioni sanitarie non verrebbero più garantite ai cittadini dal SSN.
Quasi sicuramente sarà il caso del parto indolore con tecniche di anestesia locale ed epidurale, pratica per la quale l'Italia è agli ultimi posti in ambito europeo e occidentale. Italia che, parallelamente, è ai primissimi posti per parti cesarei, anche quando non strettamente necessari: infatti si pratica questa operazione due volte quanto raccomanda l'Organizzazione mondiale della Sanità. Bisognerebbe informarsi – e lo farò- di quanto ricevono di rimborso gli ospedali in caso di parto cesareo, che comunque comporta notevoli costi aggiuntivi di ospedalizzazione, in primis per la durata del ricovero.

Per la senatrice radicale (del Partito Democratico) Donatella Poretti le “tecniche del parto indolore dovrebbero essere una realtà anche per le donne italiane, per il diritto al benessere e per la libertà di scelta in un momento cruciale dell'esistenza di ognuna. È emblematico come in più occasioni il Parlamento si sia espresso favorevolmente - pressoché all'unanimità - alle mozioni che impegnavano il Governo a garantire l'assistenza analgesica per le partorienti, e una legge sul parto con importanti innovazioni in questo senso era stata approvata sempre all'unanimità in Commissione Affari sociali alla Camera nella scorsa legislatura.” La senatrice si lamenta dell’eterno “scaricabarile” che “sembra vigere in Italia su queste questioni. Il Governo, poi, si sta facendo beffe delle decisioni del Parlamento: cancellare, oltre al parto indolore, decine di altre importanti prestazioni sanitarie dai LEA è incivile, pericoloso dal punto di vista medico, ma soprattutto, favorendo prestazioni ben più costose come i parti cesarei, è molto più costoso per lo Stato e quindi stupido”.
Germana Brizzolari
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