sabato 26 luglio 2008

Self-publishing humanum est

Una risposta al post del 16 luglio

Come ben si può immaginare dal titolo, sono a difesa della recente tendenza targata Web 2.0 nota con il nome di
self-publishing. L’articolo di Lorenza Fruci non mi trova d’accordo in quanto non spezza per nulla la lancia a favore di questa tendenza, e si tende un’ennesima volta ad esternare certe insicurezze, se non addirittura paure, purtroppo molto frequenti, nei confronti di grandi possibilità che ci offre la Rete.Il servizio chiamato in causa è quello di ilmiolibro, che recentemente ha fatto parlare di sè. Si tratta di un servizio “publish on demand” che tramite Internet offre la possibilità di pubblicare e stampare il proprio libro, sia esso saggio, raccolta di poesie, racconti, nel numero di copie desiderato. Il sito si presenta anche come portale dotato di community in stile social networking tramite cui instaurare rapporti di amicizia o scambi di opinione con altri potenziali scrittori.

Colpa? Soddisfare la vanità di scrittori di serie B, magari serie C, frustrati e non abbastanza umili da affrontare il giudizio del creatore, ops, editore. Insomma l’accusa è quella di bypassare un processo attorno al quale ruotano figure come lettori, correttori di bozze, ed appunto editori, e al quale si sono sottoposti in passato i grandi autori che noi oggi consideriamo dei classici, a volte promossi dal “Creatore-Editore”, talvolta bocciati, e magari ripescati tempo dopo.


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Diego Giuliani
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