"Medici non faccia la vittima". Titola così la replica del direttivo dell'Italia dei Valori del X Municipio di Roma, che risponde allo sfogo del Presidente Sandro Medici, minisindaco "rosso" della periferia sud della capitale, pubblicato domenica scorsa sul quotidiano "La Repubblica". "Il presidente Medici mistifica la realtà - continuano gli esponenti dell'Idv -. Il nostro partito ha partecipato in modo determinante alla sua elezione e non è mai stato fatto entrare in giunta, delegittimando così il voto popolare di aprile. L'organo esecutivo del X municipio è stato costituito solo dal presidente Medici, che ha detto ai consiglieri del Partito Democratico: "o approvate le mie persone o mi dimetto".
Nell'intervista a "La Repubblica", l'ex indipendente di Rifondazione Comunista denunciava come fosse in atto un tentativo di sfiduciarlo da parte del Popolo delle Libertà, che, attraverso il consigliere provinciale Enrico Folgori, vorrebbe far firmare all'opposizione del X municipio una mozione di sfiducia nei suoi confronti. A questo atto mancherebbero solo due firme, e Medici attacca dicendo che l'opposizione di centro-destra è disposta a tutto pur di averle, citando il caso del consigliere delll'Idv Pietro Tilia, eletto per il centro-sinistra e passato al Pdl in seguito.
E la replica dell'Italia dei valori è altrettanto dura: per loro il presidente Medici "è delegittimato dal primo giorno di insediamento, quando non ha dato seguito ai programmi elettorali, nei quali era scritto con evidenza che la presenza in giunta dell'Italia dei Valori sarebbe stata indirizzata soprattutto agli argomenti di sicurezza e legalità." Infatti, gli esponenti del partito sottolineano come - se fossero stati rappresentati in giunta - "non avrebbero mai accettato posizioni come quelle espresse da Sandro Medici al sindaco di Roma Alemanno, e cioè di accettare ulteriori campi nomadi nel X municipio, visto che ce ne sono giià molti".
Germana Brizzolari
