giovedì 14 maggio 2009

Obiettivo Futurista – fotodinamismo e fotografia

Per la prima volta a Roma l’occasione per conoscere come il futurismo sfidò i tempi ed utilizzò la fotografia anticipando immagini e suggestioni del XXI secolo. Parte infatti domani (e rimarrà aperta fino al 30 maggio con ingresso gratuito, dalle 17 alle 20, tutti i giorni esclusa la domenica) la mostra “Obiettivo Futurista – fotodinamismo e fotografia”, promossa dalla Regione Lazio – Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport e dall’associazione culturale Novecento.

"Nell’anno del centenario del Futurismo, questa mostra - dichiara il curatore Massimiliano Vittori - indaga su un settore poco esplorato, che ha investito un campo di applicazione molto più vasto di quello strettamente legato al futurismo e che faceva riferimento, principalmente, a riviste graficamente d’avanguardia come "Natura", la rivista illustrata del popolo d’Italia e "Campo Grafico”. Nella scelta dei lavori abbiamo fatto necessario riferimento alle più significative esposizioni fotografiche degli anni trenta tra cui il primo concorso fotografico nazionale organizzato a Roma nel 1930 dalla Federazione fascista degli artigiani d’Italia, la prima Mostra nazionale di fotografia futurista, organizzata da Bruno Sanzin a Trieste nel 1932, la Mostra nazionale futurista del 1933 a Roma, le varie edizioni delle Esposizioni sociali di fotografia che si svolgevano a Torino in quegli anni”.

La mostra è corredata da un catalogo storico-critico che comprende oltre 150 immagini originali di fotografi futuristi la maggior parte inedite: Tato, Masoero, Wultz, Bragaglia, Depero, R.A.M., Thayaht, Russolo, Ambrosi, Di Bosso, Luxardo. Una sezione particolare è dedicata al fotografo triestino Ferruccio Demanins. Il Novecento modifica radicalmente i canoni della rappresentazione artistica: la rivoluzione impressionista, il successivo modello divisionista e l’apparire delle avanguardie storiche traspongono l’attenzione delle arti figurative nel campo della rappresentazione del movimento. La rivoluzione scientifica, unitamente a quella sociale, l’apparizione prepotente della nuova società di massa alla ribalta della storia, collocano la fotografia, come nuovo "medium" simbolico delle arti visive. La fotografia, per diritto conquistato, rappresenta la modernità, con autonoma autorevolezza di forma artistica.

La raccolta prende forma dalla generosa disponibilità degli eredi Demanins, che hanno voluto concedere in prestito il primo prezioso nucleo di foto attorno al quale si è poi aggregato a poco a poco il materiale proveniente da appassionati e competenti amatori d’arte, così da completare questo amalgama fotografico, che getta uno sguardo principalmente sul secondo futurismo, quello degli anni trenta probabilmente più trascurato o, quando indagato, quasi sempre isolato artificialmente dal suo contesto politico di riferimento.

Germana Brizzolari
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