giovedì 11 giugno 2009

Le specie salvate nei parchi


Grifone
L’avvoltoio grifone era considerato estinto dagli anni sessanta in Sicilia. Scomparso principalmente a causa dei bocconi avvelenati disseminati all’epoca legalmente sul territorio, si può di nuovo osservarlo mentre sorvola i Nebrodi, la più grande area protetta della Sicilia. Risiedono ormai nel parco dei Nebrodi oltre 100 esemplari, discendenti da alcuni individui reintrodotti dalla Spagna. Alcuni esemplari provenienti dai Nebrodi sono stati osservati in altre aree d’Italia.

Camoscio appenninico
Considerato praticamente estinto agli inizi del ‘900 è oggi tornato a popolare i parchi dell’Appennino centrale, con quasi 2000 esemplari. Il camoscio appenninico (nome scientifico Rupicapra pyrenaica ornata) è una sottospecie endemica per l'Italia che vive esclusivamente all'interno dei parchi del centro Italia. Non va confuso con il più diffuso camoscio alpino che è proprio una specie diversa (Rupicapra rupicapra) ampiamente diffusa sull'arco alpino. Quest’ultimo gode di un regime di protezione inferiore ed è maggiormente imparentato con le specie nord-orientali, rispetto a quello appenninico che invece appartiene a quelle sud-occidentali ed è quindi più simile ai camosci presenti in Spagna.

Falco pescatore
Si tratta di raro rapace presente in Corsica che da quattro anni viene osservato nidificare anche nel Parco della Maremma. Assenti come nidificanti in Italia a partire dagli anni sessanta, questi affascinanti uccelli che si cibano solo di pesce sono studiati e tutelati grazie a sofisticate tecnologie di ripresa a distanza, che permettono di seguire la vita dei nidiacei fin dalle prime ore di nascita.


Orso bruno alpino
Alla fine degli anni 90 solo 3-4 orsi bruni erano rimasti sulle montagne del Gruppo Adamello Brenta. Dopo un intervento di rilascio di 10 esemplari, la popolazione è cresciuta fino ad arrivare a una trentina di animali e si registrano nuove cucciolate ogni anno. L’obiettivo della tutela è ripristinare l’equilibrio che già esisteva sulle Alpi: la presenza di predatori è indice quindi di un ambiente sano, di una catena alimentare ricca e di varietà nel numero di specie presenti (biodiversità). Prosegue, inoltre, il fenomeno di migrazione spontanea di orsi che provengono principalmente dalla Slovenia.

Gipeto
Questo avvoltoio, che si nutre principalmente del midollo della ossa, era considerato estinto come nidificante dalle Alpi all’inizio del XX secolo. Ora è presente con una popolazione autosufficiente e stabile, grazie a un progetto europeo di reintroduzione che ha interessato molti Stati del continente. Circa 150 individui sono stati liberati sulle Alpi fino a dieci anni fa secondo un programma di reintroduzione che ha interessato Italia, Francia, Svizzera e Austria. Numerosi i siti di nidificazione, anche in territorio italiano, nei parchi dello Stelvio e del Gran Paradiso.

Lupo
Negli anni 70, periodo di massima contrazione della popolazione, il numero complessivo di lupi in tutto l'Appennino era inferiore ai 100 individui. Oggi grazie all’istituzione dei parchi e alle politiche di tutela, la popolazione presunta dei lupi in Italia supera i 1.000 esemplari. Quaranta anni fa, nel Parco della Majella, fu sperimentato il primo radiocollare su questa specie.



Stambecco alpino
Lo stambecco, specie simbolo del Parco Nazionale del Gran Paradiso, vive nelle praterie d'alta quota e sulle pareti rocciose. Ha rischiato l'estinzione alla fine del XIX secolo e si è salvato solo nelle valli che oggi compongono il Parco del Gran Paradiso. La sua presenza nell’area non ha mai subito interruzioni e, attualmente, è uniformemente presente in tutte le vallate. Le concentrazioni maggiori si rilevano, durante l'estate, nelle valli di Cogne e Savarenche. Lo stambecco è oggetto di particolare attenzione e protezione da parte del Parco e a lui sono dedicati diversi progetti di ricerca e conservazione. Dal Gran Paradiso la presenza di questa specie si è estesa in tutto l’arco alpino.

Aquila reale
E’ il rapace per antonomasia, nidifica su pareti rocciose, in montagna, non disturbate da altri animali e dall'uomo. Un tempo viveva nelle zone temperate dell'Europa, nella parte nord dell'Asia, nel nord America, Nord Africa e Giappone. In molte di queste regioni l'aquila è ancora oggi presente ma solo sui rilievi montuosi, mentre nei secoli precedenti nidificava anche nelle pianure e nelle foreste. In Italia è presente sulle Alpi, in Appennino, sui monti sardi e siciliani, in corrispondenza delle aree parco.

Cernia bruna del Mediterraneo
Vive in fondali rocciosi da 10 a 150 metri di profondità. La specie, come molti altri Serranidi, è in pericolo di estinzione ed è inserita nella lista rossa della IUCN. In Italia è tutelata nelle aree marine protette dell'Asinara, alle Tremiti, alle Egadi e a Portofino, mentre la specie è sostanzialmente scomparsa al di fuori delle zone di protezione.



Foca Monaca
E’ una specie su cui si hanno ancora pochi e insufficienti avvistamenti e scarse informazioni lungo le nostre coste. Tuttavia, questo mammifero marino estremamente elusivo e sensibile, grazie a politiche di tutela e gestione della pesca artigianale nell’area marina protetta delle Egadi, è stato nuovamente osservato nelle grotte della piccola isola siciliana di Marettimo, oltre ad alcuni sorprendenti avvistamenti in Alto Adriatico.

Orso marsicano
E’ il simbolo della protezione degli animali in Italia. Grazie all’istituzione delle aree protette sono sopravvissuti circa 50 esemplari di questa sottospecie endemica del nostro paese. Il cuore della sua conservazione è costituito dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise istituito per la sua tutela sin dal 1922. Negli ultimi anni la consistenza è rimasta più o meno stabile, su un numero di esemplari però troppo esiguo, come riportato dalla Red List italiana redatta lo scorso anno da Federparchi per conto del Ministero dell'Ambiente.
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