lunedì 12 novembre 2012

La grande illusione: spazio-tempo e persistenza della memoria


Che cosa è il Tempo? Se nessuno me lo domanda, lo so. 
Se voglio spiegarlo a chi me lo domanda, non lo so più 
Sant'Agostino, Confessioni

A Roma dal 14 novembre al 2 dicembre "La grande illusione: spazio-tempo e persistenza della memoria", l'archeorealismo di Evan De Vilde e la pop-cinetica di Nello Petrucci in mostra presso l'Archivio Centrale di Stato (all'EUR,  piazzale degli Archivi 27). Nell'esposizione, la narrazione di molteplici percorsi della memoria che si intersecano; l'arte come concetto universale, mutevole per forma, tecnica e storia, ma sostanzialmente rispondente a un'unica esigenza umana: la ricerca dell'immortalità, il tentativo di lasciare il ricordo permanente di sé; la vita senza memoria può essere solo un eterno oblio.

"Ogni azione umana, dall'atto della procreazione a quello artistico, ha lo scopo di lasciare un segno duraturo della propria esistenza - spiega il curatore della mostra Ilario D'Amato. - Ogni atto, dunque, è un atto di Memoria, ossia un'archiviazione, voluta o implicita, di dati esperienziali che, per essere tramandati nel tempo, hanno bisogno di esplicitarsi in parole o simboli. L'oggettivazione della memoria è la facoltà del narrare attraverso il racconto scritto o, come nel caso dell'Arte, tramite la materializzazione di un'immagine."

A guidare lo spettatore in questo suggestivo viaggio nella memoria dell'umanità, l'archeorealismo di Evan De Vilde, movimento d'avanguardia basato sui contrasti estetico-linguistici di oggetti archeologici inseriti in contesti contemporanei, e la pop-cinetica di Nello Petrucci, che unisce il movimento dell'arte cinetica all'universalismo e al quotidiano della pop art. Due movimenti artistici molto lontani tra loro, ma allo stesso tempo accomunati dalla voglia di proporre una nuova visione della realtà di ogni giorno, estrapolandola dal normale contesto e conferendole un significato più universale, che racchiude in sé la memoria di oggi e di ieri.

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