mercoledì 14 novembre 2012

Nasreddìn e i fichi del Tamerlano


Un bel giorno, Nasreddìn Hodja si mise a raccogliere delle grosse angurie nel suo orticello. Dopo aver riempito il suo carretto con quei frutti deliziosi, decise di farne dono al Tamerlano, ragion per cui, in compagnia del suo fido asinello, si diresse alla volta di Samarcanda. Mentre si stava incamminando verso la corte del Tamerlano, incontrò un vecchio amico, che, dopo averlo salutato con abbracci e salamelecchi di rito, gli chiese: «Mio caro Hodja, dove stai andando di bello con tutte quelle enormi angurie?». 

«Dal Tamerlano», rispose Nasreddìn. «Intendo fargliene omaggio per ingraziarmelo!». «Te lo sconsiglio vivamente», soggiunse l’amico, «lo sanno anche i bambini che il Tamerlano detesta le angurie e preferisce i fichi». Preso atto della notizia, Nasreddìn tornò indietro, scaricò le angurie nel suo frutteto e riempì il carretto di fichi, non meno dolci e succulenti. Dopodiché, spronato il suo amato asinello, si avventurò di nuovo alla volta di Samarcanda. 

Arrivato a destinazione, il buon Nasreddìn comunicò a chi di dovere che aveva con sé un carico di fichi da regalare al sovrano, riuscendo così a farsi ricevere immediatamente dal Tamerlano, il quale, che, ghiotto com’era, non vedeva dal canto suo l’ora di farsi una bella scorpacciata. Nasreddìn si presentò al suo cospetto con due ceste stracolme di fichi. Il Tamerlano ne prese uno e lo assaggiò, abbandonandosi a smorfie di grande soddisfazione. Poi ne prese un altro e, per scherno di Nasreddìn e diletto di tutti i cortigiani, lo lanciò sulla faccia del malcapitato mullà. La scena andò avanti per vari minuti. Per ogni fico che Tamerlano ingoiava, Nasreddìn ne riceveva regolarmente uno sulla faccia! 

All’ennesimo lancio di fichi, Nasreddìn – che si era pazientemente sottoposto a quel goliardico supplizio – proruppe in una esclamazione: «Shukur Allah! Sia ringraziato Iddio!». Il Tamerlano – che si era divertito a scaraventare addosso al povero Nasreddìn una caterva di fichi e si sentiva ormai sazio, anzi satollo – rimase a dir poco sconcertato da quelle parole di gratitudine, e gliene chiese pubblicamente la ragione. Nasreddìn rispose: «Ringrazio Allah per avermi permesso di incontrare lungo la strada un vecchio e caro un amico, che mi ha dato un ottimo consiglio. Se non gli avessi dato retta, adesso sarei pieno di lividi e coperto da una montagna di angurie!». 

Angelo Iacovella
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