mercoledì 28 novembre 2012

Sogno di una notte di mezza estate


È in arrivo domani (fino al 9 dicembre) all'Ambra Jovinelli (piazza Guglielmo Pepe 43 /47) di Roma una versione molto particolare del 'Sogno di una notte di mezza estate' di William Shakespeare, firmata da Gioele Dix (che ne cura la regia e l'adattamento a quattro mani con Nicola Fano). Ambientata in una sorta di selva periferica post industriale, le tradizionali gerarchie fra i personaggi vengono sovvertite. È la compagnia dei comici artigiani a dominare la scena, a impadronirsi a sorpresa di tutti i ruoli e a diventare il perno essenziale attorno a cui ruota l'intera vicenda.

Gioele Dix ha deciso di affrontare la sua regia del Sogno formando una compagnia composta interamente da giovani comici di successo (Alessandro Betti, Gianni Cinelli , Maria Di Biase, Katia Follesa, Corrado Nuzzo, Marco Silvestri, Marta Zoboli, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti) e coinvolgendo nella messinscena un duo musicale di raffinata versatilità. Lo spettacolo, pur essendo nel segno della fedeltà e della continuità con Shakespeare, ne re-inventa il linguaggio e lo smarca dal rischio della convenzione, grazie all'originalità dei protagonisti. Nella magia notturna del suo Sogno, Shakespeare intreccia abilmente i destini di molti personaggi eterogenei. L’altezzoso principe di Atene in procinto di sposare la sua regina delle Amazzoni. I quattro giovani innamorati confusi e in costante conflitto fra loro. Il re e la regina delle Fate più che mai umorali e sfuggenti. Gli sprovveduti artigiani componenti una bizzarra compagnia amatoriale. 

In un gioco teatrale e poetico ricchissimo di equivoci, sberleffi, allusioni e colpi di scena, prende forma uno scenario fantastico di ineguagliabile potenza evocativa, che è da sempre occasione per le più svariate interpretazioni registiche. Gioele Dix ha deciso di affrontare la sua regia del Sogno formando una compagnia composta interamente da giovani comici di successo e coinvolgendo nella messinscena un duo musicale di straordinaria e raffinata versatilità. 
In questa versione del Sogno, ambientata in una sorta di selva periferica post industriale, le tradizionali gerarchie fra i personaggi vengono sovvertite. È la compagnia dei comici artigiani a dominare la scena, a impadronirsi a sorpresa di tutti i ruoli e a diventare il perno essenziale attorno a cui ruota l’intera vicenda. E così il gruppo di fragili, ma combattivi mestieranti della risata cercherà di mantenersi integro nella lunga e famigerata notte di metà estate, fra esuberanze giovanili e promesse non mantenute, oscuri presagi e provocazioni, colpi di genio e cialtronerie, amori che muoiono troppo in fretta e sostanze proibite che minacciano il loro già precario equilibrio. 
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