sabato 28 novembre 2009

Ciclisti senza freni


W le due ruote, per carità: non inquinano, sono silenziose, consentono di fare un po' di movimento in una società che obbliga ad una esistenza estremamente sedentaria. Ma cerchiamo di non straparlare ed esagerare con le richieste: alla recente manifestazione organizzata da varie associazioni, da "Romapedala" a "Ciclistica", per ricordare una giovane ragazza ceca, Eva Bohadalova, uccisa da un taxi su via dei Fori Imperiali, a Roma, i primi di novembre, mentre rientrava a casa sulla sua bicicletta, sono state avanzate richieste per la verità assurde. Ad esempio, quella di consentire alle bici di andare anche contromano nelle vie a senso unico (pericolosissimo da un lato e ingiusto dall'altro: perchè le regole non dovrebbero applicarsi ai ciclisti? Sono forse figli di un Dio migliore?), di fissare il limite di velocità in città a 30 km/, di chiudere completamente il centro alle automobili, o ancora di realizzare strade commerciali senza auto (come fare, a quel punto, a portare un acquisto ingombrante a casa?) e rendere ciclabile ogni strada.

Più realisticamente, bisognerebbe impegnare le amministrazioni locali a creare reti di piste ciclabili "reali", e non "mozziconi" di strade per gli amici delle due ruote, come è stato fatto a Roma, a promuovere il bike sharing e i parcheggi per le bici, ad aumentare i controlli dei vigili e delle forze dell'ordine, per evitare i frequentissimi furti, ma dall'altro lato obbligare i ciclisti a rendersi visibili (alzi la mano chi vede passare, di sera, una bicicletta con le luci...), a rispettare segnaletica stradale, semafori, marciapiedi (che, voglio ricordare, sono adibiti alla circolazione dei pedoni).

Germana Brizzolari

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