Ieri ho assistito al concerto di un giovane chitarrista-cantante romano, Fabio Garzia, un vero talento come non mi capitava di vedere da anni. Oltre due ore di ottimo ed energico blues, contaminato da virate funk e digressioni fusion, al Cantine Blues di Roma, via della Batteria Nomentana 66 - 68 Tecnicamente potrei definirlo una perfetta commistione tra lo stile diretto di John Mayer, il fraseggio elaborato di Robben Ford, la passione sanguigna di Jeff Beck e le raffinate sperimentazioni di Derek Trucks. Il tutto miscelato sapientemente ed accompagnato da una band di ottimi - seppur giovanissimi - musicisti, i “Mind the Hat”.
La voce roca di Garzia, seppur ancora da limare sotto l’aspetto tecnico, ha reso più trascinanti le reinterpretazioni di diversi classici del repertorio blues americano (Albert King, John Lee Hooker, Muddy Waters) che hanno strappato gli applausi alle decine di spettatori del “Cantine blues” . Forte di una preparazione musicale fuori dal comune, questo musicista ha i numeri per farsi largo nel panorama musicale capitolino, e non solo. Un po’ come accadde per Alex Britti. Travolgente, eclettico, diretto, viscerale: se non è nata una stella poco ci manca. Per gli amanti della chitarra e del vero blues – quello puro e senza compromessi – un talento da non perdere. Alla faccia di chi dice che in Italia scarseggiano veri musicisti e che bisogna sorbirsi solo X-Factor…