domenica 5 febbraio 2012

Il Flauto Magico secondo l'Orchestra di Piazza Vittorio


Una rilettura dell’opera mozartiana a ritmo di jazz, rap, mambo, pop, attraverso tutte le culture musicali del mondo, così ben rappresentate dal gruppo musicale legato all’omonima piazza romana e nato in seno all'Associazione Apollo 11 grazie ad un'idea di Mario Tronco ed Agostino Ferrente. Lo spettacolo sarà in scena all'auditorium Parco della Musica di Roma - nella sala Santa Cecilia - l'8 febbraio; quel giorno, i musicisti romperanno il tradizionale confine tra la buca d'orchestra e il palcoscenico, inventando un nuovo rapporto tra pubblico e scena e intrecciando l'idea della partitura originale ai colori della nuova drammaturgia. 


Ciascun musicista porta la testimonianza di musiche, culture e religioni diverse, che si trovano riunite in questo progetto; un “Flauto” contemporaneo, ambientato in una moderna società multirazziale. Non c’è quindi da stupirsi se Tamino e Pamina, Papageno, Sarastro e gli altri personaggi cantano in wolof, spagnolo, arabo, tedesco, portoghese e inglese. Un “Flauto Magico” reinventato, rielaborato in sei lingue come se l'opera di Mozart facesse parte di tutte le culture musicali di Piazza Vittorio, come se fosse una favola tramandata in forma orale e giunta in modi diversi a ciascuno dei musicisti. Come accade ogni volta che una storia viene trasmessa di bocca in bocca, le vicende e i personaggi si trasformano, e anche la musica si allontana dall'originale, diventando appunto “Il Flauto Magico secondo l'Orchestra di Piazza Vittorio”. 

"Il Flauto Magico secondo l'Orchestra di Piazza Vittorio" - l'orchestra residente dell’Auditorium Parco della Musica L’Orchestra di Piazza Vittorio (collettivo diretto da Mario Tronco che riunisce musicisti di differenti provenienze geografiche e che ha sin dall’inizio rotto tutti gli schemi della formazione musicale, della concezione orchestrale, dell’uniformità della formazione culturale) si ispira all'opera in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart; la direzione artistica e musicale è di Mario Tronco, che ha curato l'elaborazione musicale con Leandro Piccioni; i costumi sono di Ortensia De Francesco.




Interpreti principali:

Houcine Ataa (Tunisia) voce - Monostatos 
Peppe D’Argenzio (Italia) sax baritono e soprano, clarinetti 
Evandro Cesar Dos Reis (Brasile) voce, chitarra, cavaquinho – Ragazzo 
Omar Lopez Valle (Cuba) tromba, flicorno - Narratore 
Awalys Ernesto Lopez Maturell (Cuba) batteria, congas - Tamino 
Zsuzsanna Krasznai (Ungheria) violoncello - Dama 
John Maida (Stati Uniti) violino - Dama 
Gaia Orsoni (Italia) viola - Dama 
Carlos Paz Duque (Ecuador) voce, flauti andini - Sarastro 
Pino Pecorelli (Italia) contrabbasso, basso elettrico – Ragazzo 
Leandro Piccioni (Italia) pianoforte 
Raul Scebba (Argentina) marimba, percussioni, timpani - Sacerdote 
El Hadji Yeri Samb (Senegal) voce, djembe, dumdum, sabar - Papageno 
Dialy Mady Sissoko (Senegal) voce, kora - Ragazzo 
Ziad Trabelsi (Tunisia) oud, voce – Messaggero della Regina della Notte 

I musicisti ospiti:

Maria Laura Martorana (Italia) voce - Regina della Notte 
Sylvie Lewis (Inghilterra) voce, chitarra - Pamina 
Sanjay Kansa Banik (India) tablas - voce 
Fausto Bottoni (Italia) trombone, euphonium - canto 
Fabrizio Giannittelli (Italia) corno 
da una produzione originaria Fondazione Romaeuropa e Les Nuits de Fourvière 

L'ottimo successo di pubblico e di critica ha già portato lo spettacolo in numerose città europee, tra le quali Parigi, Lione, Atene, Barcellona, Chambery, Aix en Provence, Amsterdam e Rotterdam. Dal salvataggio dello storico Cinema Apollo di Roma e dalla volontà di trasformarlo in un Laboratorio Internazionale di Cinema, Musica e Scrittura, si sviluppa l’idea di creare un’Orchestra composta da una ventina di musicisti provenienti da comunità e culture diverse, ognuno coi suoi strumenti e il suo bagaglio di musica popolare, in una fusione di culture e tradizioni, memorie, antiche e nuove sonorità, strumenti sconosciuti, melodie magicamente universali, voci del mondo. Questo progetto, che ha raccolto l'entusiasmo di migliaia di sostenitori, ha suscitato via via l’interesse dei media, non soltanto nazionali, nonché l’attenzione di docenti e ricercatori universitari che ne studiano lo sviluppo dedicando a esso pubblicazioni monografiche e convegni. 




Incontro con il direttore artistico, Mario Tronco 

"Il Flauto Magico dell’Orchestra di Piazza Vittorio" è nato da una proposta di Daniele Abbado per la Notte Bianca di Reggio Emilia. Il progetto ci sembrava folle, poi abbiamo deciso di svilupparlo come se l’opera di Mozart facesse parte di tutte le culture che abitano Piazza Vittorio, come se fosse una favola tramandata in forma orale e giunta in modi diversi a ciascuno dei nostri musicisti. I ruoli sono stati affidati ai musicisti in base a una somiglianza di carattere o per affinità con certe esperienze vissute: per esempio Tamino è Ernesto Lopez Maturell, un ragazzo di 22 anni che ha tutta l’esuberanza della sua giovane età. Più che dall’amore per Pamina, interpretata dalla folk singer anglo-americana Sylvie Lewis, il nostro principe è mosso dal desiderio di avventura e dalla paura dell’ignoto, che a quell’età si trasforma in eccitazione".


"Il mago Sarastro è Carlos Paz, un artista con un rapporto molto forte con la politica e la religione, che ci racconta spesso dei riti sciamani del suo paese; lui stesso ha qualcosa dello sciamano. Quella della Regina della Notte è una delle poche parti occidentali, sarà interpretata da Maria Laura Martorana, una virtuosa di cui sono note la brillante tecnica di coloritura e le capacità interpretative. E per diretta assonanza, El Hadji Yeri Samb, che gli amici chiamano Pap, una persona semplice e profonda con un carattere molto vicino al personaggio di Mozart, è stato subito Papageno". 

"Non si tratta dell’esecuzione integrale dell’opera di Mozart. Abbiamo lavorato molto liberamente utilizzando solo ciò che è plausibile per la OPV. Le melodie sono riconoscibili ma alcune sono solo tratteggiate, senza sviluppo e senza parti virtuosistiche, intrecciate a brani originali dell’Orchestra. Non dobbiamo dimenticare che non tutti i nostri musicisti sono in grado di leggere uno spartito; il nostro lavoro con la partitura è quindi necessariamente diverso da quello di un’orchestra “normale”. I nostri musicisti hanno background molto distanti, non solo geograficamente". 

"Per i recitativi abbiamo preso a prestito la tecnica del fotoromanzo: alcune scene sono accompagnate da una sorta di didascalie disegnate sui pannelli da Lino Fiorito. Tutta la scenografia è fatta da acquerelli che richiamano l’idea della favola. Infine ci sono alcune “sorprese”, tra cui un mambo interpretato da Maria Laura Martorana come omaggio a un’altra Regina della Notte andina, Yma Sumac. Il nostro Flauto di Mozart è ambientato in un Egitto fantastico, il nostro in un luogo immaginario, senza riferimenti alla geografia reale, nel quale convivono sette diverse lingue: arabo, inglese, spagnolo, tedesco, portoghese, wolof e italiano".
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