Con la sentenza 980/2012 il TAR del Lazio ha recentemente operato una netta distinzione di competenze su chi possa effettuare analisi tramite analizzatori automatici del sangue capillare. Il Tribunale Amministrativo del Lazio - segnala la Federlazio - ha ribadito che nessuna competenza specifica dei laboratori può essere estesa alle farmacie, ma lascia libero il paziente di “autoanalizzarsi” da solo, rivolgendosi alla farmacia per un aiuto di carattere “materiale”.
Il caso era emerso in seguito al ricorso presentato da URSAP-Federlazio ed altre Associazioni di categoria contro il decreto ministeriale sulle analisi in farmacia. Le Associazioni lamentavano che il decreto potesse legittimare le farmacie ad effettuare analisi tramite analizzatori automatici del sangue capillare, riservate invece agli ambulatori specialistici. Ma il Tar ha confermato che la normativa ha inciso su prestazioni che già non erano di appannaggio esclusivo dei laboratori, essendo i test di autodiagnosi da tempo diffusi presso la popolazione. Per il Tar del Lazio la normativa deve quindi essere letta in termini di “scelta”, ma solo per quei test che il paziente avrebbe potuto effettuare da solo nel proprio domicilio o in un terzo luogo.
“La sentenza del Tar Lazio conferma le ragioni di quanto da noi con forza denunciato – ha dichiarato il Presidente di URSAP-Federlazio Claudia Tulimiero Melis -. Ora, insieme con le altre Associazioni di categoria, monitoreremo affinché l’attività delle farmacie si svolga entro i parametri stabiliti dal Tribunale”.