domenica 26 aprile 2015

La strage degli imbecilli



«Contrariamente a un'idea molto diffusa, gli imbecilli non sono recuperabili; su di loro le campagne di prevenzione non hanno alcuna presa. Una cosa può indurli non dico a cambiare, ma quanto meno a restare tranquilli: la paura. Io voglio che sappiano che li sorveglio e che il tempo dell'impunità è finito. Conto al mio attivo 140 omicidi di imbecilli. Affinché non siano morti invano, vi ingiungo di leggere questo manifesto. Vi spiegherà il senso della mia battaglia».

Chi non ha mai sognato di ammazzare il proprio vicino quando, preso dall’improvvisa urgenza di aggiustare la mensola in salotto, vi sveglia la domenica mattina martellando come un forsennato contro il muro? O di mandare all’altro mondo l’automobilista che vi insulta tagliandovi la strada senza pietà? Certo, occorrerebbe una certa determinazione. Quella che non manca al protagonista dell'irriverente e divertentissimo romanzo di Carl Aderhold per Fazi Editore: "La strage degli imbecilli".

Supportato da una logica a suo modo inattaccabile, un uomo mite, ossequioso, gentile, inizia a uccidere portiere pettegole, automobilisti arroganti, esattori delle imposte, impiegati perdigiorno, mendicanti rancorosi, vecchi assillanti e poi, in un’escalation di “coerenza giustizialista”, la moglie, quattro capiufficio, l’amante, il fratello dell’amante e svariati lavoratori in divisa. Nel frattempo, s’improvvisa guida turistica per anziani (e ne fa fuori un pullman intero), sceneggiatore di film porno ed editor per una casa editrice, di cui scala rapidamente i vertici. Fino a quando, dopo molto riflettere (e ammazzare), non arriva egli stesso ad assomigliare al perfetto imbecille: vittimista, logorroico, contagioso; che abusa del proprio potere, non dà scampo a niente e nessuno e, insieme a un esercito di suoi simili, regge le sorti del mondo.

L'AUTORE


Carl Aderhold è uno storico, ed è stato direttore editoriale presso le edizioni Larousse. Non ha mai ucciso nessuno; La strage degli imbecilli è il suo primo romanzo, e non è autobiografico.
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