martedì 19 maggio 2015

La piccola Battaglia portatile


“Di quasi tutte le persone che conosciamo il momento più forte, memorabile, quello dove li vediamo davvero, è il primo incontro, quando li vediamo per la prima volta, e il primo incontro con i nostri genitori non ce lo ricordiamo, è come se non ci fosse mai stato, li conosciamo senza averli incontrati invece io la Battaglia, mi ricordo benissimo, il momento che l’ho incontrata, sono stato il primo a vederla in faccia lì in sala parto so anche quello che ho pensato, che ho pensato, me lo ricordo come se succedesse adesso:
Merda, ho pensato, è uguale a me.”

La Battaglia è una bambina che a otto anni, la prima volta che è andata a dormire in un albergo, a Torino, quando è arrivata alla stazione si è fermata davanti al tabellone delle partenze, ha allargato le braccia e ha detto "Che città meravigliosa". Il babbo della Battaglia non sa bene che spazio occupa, da che parte sta, e ha una specie di diffidenza per il divertimento, così prima viaggiava soltanto per presentare dei libri, poi ha cominciato a andare in certi posti anche senza dover lavorare, perché gliel’ha chiesto la Battaglia; e questi giri in terre sconosciute, come Roma, Trento, o Amsterdam o Parigi, con la Battaglia, gli è sembrato bello raccontarli. E' in libreria dal 28 maggio "La piccola Battaglia portatile", di Paolo Nori (per Marcos y Marcos).

Tra viaggi, dialoghi in bicicletta, sulle panchine, in treno, prima di addormentarsi, c’è la vita della Battaglia con il suo babbo.

“Con la Battaglia mi era successa una cosa, che una volta lei, eravamo a casa sua, non abitavamo insieme (e già questo, di per sé, sarebbe già fuori dall’universo del buon padre di famiglia, mi sembra, avevo detto) e lei, in salotto, gattonava sulla spalliera del divano, e io le avevo detto «Secondo me non va bene, che fai così», e lei si era fermata, mi aveva guardato, ma cattiva, e mi aveva detto «Tu non devi dirmi Secondo me, tu devi dirmi Non va bene».”
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