venerdì 14 agosto 2015

Tasse sulla casa: +10% dal 2013


In Italia, costa caro possedere (o comprare) una casa. E, per questo, bisogna ringraziare le tasse: nel 2014 il gettito proveniente dalle principali imposte sul possesso, sulla locazione e sulla compravendita di immobili è stato di oltre 42 miliardi di euro, il 10% in più rispetto all'anno precedente. La fotografia l'ha scattata il Rapporto Immobili Italia 2015 dell'Agenzia delle Entrate, che ha registrato un aumento del gettito rispetto al 2013 dopo l'introduzione della Tasi. Proprio mentre il governo promette per settembre un riordino della tassazione sugli immobili (con l'eliminazione della Tasi sulla prima casa), lo studio evidenzia il carico fiscale correlato al mattone.

Tra il 2012 e il 2014 l'Agenzia segnala un aumento delle imposte di natura "reddituale" (da 6,4 miliardi a 7,2 miliardi di euro). Il gettito IRPEF è aumentato perché sono stati reintrodotti nella base imponibile i redditi degli immobili non locati ad uso abitativo ubicati nello stesso Comune di residenza, nella misura del 50%. Tra le imposte patrimoniali, l'IMU nel 2014 ha generato un gettito pari ad oltre 19 miliardi, 4,6 miliardi quello prodotto dalla TASI sui servizi indivisibili. Tra il 2013 e il 2014 da segnalare anche un leggero aumento delle imposte sui trasferimenti (da 8,7 miliardi a 8,9 miliardi, complice anche la leggera ripresa del mercato immobiliare).

In costante calo, invece, nonostante la cedolare secca, le entrate provenienti dalla tassazione sulle locazioni; il gettito relativo, pari a circa 2,3 miliardi di euro nel 2012, scende a 2,2 miliardi di euro nel 2013 e a 2,1 miliardi di euro nel 2014. 

Nell'infelice classifica su chi paghi più tasse sulla casa, l'Italia è nona tra i Paesi dell'Ocse (l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, composta da 34 Nazioni, oltre a molte Europee, anche Stati Uniti, Giappone, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Israele, Cile, Messico): da noi le imposte sul patrimonio immobiliare valgono il 2,6% del Pil, un'informazione sempre presente nel Rapporto Immobili dell'Agenzia dell'Entrate, secondo cui il "mattone meno tassato" è quello estone (0,3% del Pil), mentre il più tartassato è quello del Regno Unito (4,2% del Pil, ma sappiamo bene i livelli dei servizi nel Regno Unito). Ad avere un rapporto tra prelievo fiscale e prodotto interno lordo superiore a quello italiano sono gli Usa, il Giappone, il Belgio, la Francia, il Regno Unito, la Corea del Sud, il Lussemburgo e il Canada, mentre i Paesi dell'est europeo, la Germania e l'Austria si collocano su valori inferiori all'1%.

In Italia, una quota significativa del prelievo immobiliare è costituita dalle imposte ricorrenti sul patrimonio e dalle imposte sulle transazioni e sui capitali, mentre risulta contenuto il prelievo sulle successioni e donazioni e sulla ricchezza netta. Il prelievo sulle transazioni finanziarie e di capitale (quasi 1,0% del Pil) in Italia risulta infatti piuttosto elevato se confrontato con i principali Paesi dell'Ocse che in media mostrano valori inferiori allo 0,6% del Pil.
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