In uscita ad aprile, per Rizzoli, "La bellezza quotidiana. Una vita senza trucco": Ilaria Occhini, l’ultima diva italiana, si racconta. Una famiglia fuori dal comune, compagni di viaggio, amici e amori di una donna dal fascino senza tempo. "Non mi abituerò mai a pronunciare la prima battuta. Cerco di modulare, ritmare, impostare. Ma ogni volta è morire". Dopo oltre sessant’anni di carriera, Ilaria Occhini esibisce la fragilità di un’esordiente e racconta la sua vita, dall’amore di bambina per il nonno Giovanni Papini, un amore fortissimo e privato, che non potrà non intrecciarsi con la storia d’Italia, alle pagine più buie e con i voltafaccia più offensivi del costume nostrano. E poi gli esordi della carriera, che sarà sempre segnata dalla sua bellezza folgorante.
Ma per una bambina cresciuta nell’ambiente letterario fiorentino e con un padre raffinato collezionista che le ha insegnato ad amare l’arte, la bellezza va trattata con riguardo e disinvoltura: "E' come se fosse una cosa, una borsetta, un foulard che porto con me, non ne parlo con nessun vanto". Nel suo lavoro è passata con altrettanta disinvoltura dagli sceneggiati televisivi (Jane Eyre, Graziella), che le hanno dato la notorietà presso il grande pubblico, all’impegno teatrale più coraggioso, con registi come Luchino Visconti, Giuseppe Patroni Griffi e Luca Ronconi. Amata, fotografata e desiderata, Ilaria Occhini rivela invece le gioie e le pieghe dell’amore coniugale, che vive da oltre cinquant’anni con Raffaele La Capria, e racconta qui ciò che è lecito raccontare del matrimonio.
Negli ultimi anni l’incontro con il cinema d’autore che l’ha portata a vincere numerosi premi, tra cui il David di Donatello e il Pardo d’oro del Festival di Locarno.