martedì 5 agosto 2008

A passeggio nella storia

Ci sono passati Alessandro Borgia e Clemente VII qualche secolo fa, presumibilmente trafelati e circospetti, oggi ci transitano Mario, Giuseppe e la famiglia Bianchi, con prole e macchinetta digitale.

E' il "Passetto" o "Corridore de Borgo", la via di fuga dei Papi - voluta nel 1277 da Niccolò III - che unisce il Vaticano e Castel sant'Angelo. Oggi scorre come un piccolo, affascinante fiume, fra palazzi e balconi romani, a pochi metri da cucine e condizionatori, ma sempre ammantato di un'aurea di storia. E' stato ristrutturato dopo il 2000 grazie ai fondi per il Giubileo e ad alcune iniziative pubblicitarie ed è ora godibile grazie all'iniziativa della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano, la collaborazione del gruppo Markonet e il patrocinio del ministero per i Beni e le Attività Culturali.


Dopo qualche minuto di fila davanti all'ingresso del Mausoleo di Adriano, già immersi nel respiro eterno di Roma, si possono ripercorrere i passi - a ritroso... - dei Papi in fuga. La prima parte dello stretto percorso - meno di un metro il passaggio - è all'aperto, ma circondati da mura alte circa due metri, che impediscono di vedere cosa circonda e lasciano solo intuire i rumori e i colori della serata romana. E' però, forse, il punto più magico e misterioso, da un lato perché per noi è l'inizio del viaggio e dall'altro perché si immagina cil sospiro di sollievo del pontefice arrivato a destinazione, fra le mura amiche di Sant'Angelo, dopo essersi lasciato alle spalle la tranquillità della dimora vaticana a causa dei nemici (nel caso di Papa Borgia, Carlo VIII, nel caso di Clemente VII, i Lanzichenecchi durante il sacco di Roma del 1527).


Finalmente alcune feritoie rompono l'impenetrabilità del Passetto, e si scopre di transitare sopra Porta Castello, dove centinaia di volte si è passati in macchina, ignari di quanta storia ci corresse sopra. Si vedono da un'altra prospettiva i palazzi noti, le mura di Borgo Pio, i suoni delle trattorie e dello struscio cittadino. Ma è ancora un guardare dal buco della serratura, con porzioni di paesaggio che sembrano fotografie surreali. Finalmente il muro si abbassa e il panorama ci avvolge: san Pietro è di fianco, il Corridore si snoda davanti a noi, il fascino si modifica, e ci immaginiamo - sentendoci un po' sciocchi - Langdon e Victoria, i protagonisti del romanzo di Dan Brown, che corrono muniti di una fiaccola. Certo, lì la fantasia dell'autore ha piegato la realtà ad esigenze narrative, come quando si legge che il percorso nasce nella biblioteca personale del Papa (quasi sicuramente invece partiva da un posto di guardia all'interno del Vaticano, in modo da essere facilmente difendibile), ma non importa: quello che conta è che a distanza di secoli il Passetto conservi la sua suggestione (Leggi la poesia che Giuseppe Gioacchino Belli ha dedicato al Passetto)


Si torna indietro come gatti che si sono mangiati un bel topo: soddisfatti, e pronti al passo successivo: le carceri, situate sotto il restaurato Cortile della Balestra. Anche l'apertura al pubblico delle segrete di Castel Sant'angelo, dove hanno "soggiornato" fra gli altri Beatrice Cenci e Benvenuto Cellini, ha catturato l'opinione pubblica: l'anno scorso l'apertura delle carceri è stata addirittura ripresa dal Los Angeles Times. Piccole, ovviamente anguste, illuminate da piccolissime aperture, una decina circa, in alcune di esse si sono ritrovate creste di muro romano. Intorno alle carceri una cisterna, con tre vasche a tenuta stagna, la latrina e le oliare dove 83 giare di terracotta conservavano l'olio, utilizzato per illuminazione ma anche come strumento di difesa dalle mura del Castello: gettato bollente sui nemici.



Dopo tanta storia non manca anche la parte più ludica e d'intrattenimento: numerosi spettacoli si alternano ogni sera sopra e sotto Castel Sant'Angelo.


Affrettatevi però: si può visitare solo fino al 24 agosto.

Poi, tutto tornerà a dormire.


Germana Brizzolari

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