venerdì 14 novembre 2008

Intervista a Libba Bray


Capelli biondi all’ultima moda, un vestito sportivo, occhiali simpatici e l’aria sbarazzina: Libba Bray arriva così, frizzante e divertita, alla nostra intervista. L’autrice che sta spopolando in America, e che è arrivata prepotentemente sugli scaffali italiani da giugno di quest’anno, ha 44 anni, è nata in Alabama, ma è vissuta in Texas (sempre nel profondo sud americano) fino a 26 anni, quando si è trasferita a New York. Ha un marito e un figlio di nove anni ed è sopravvissuta, all’età di 18 anni, ad un terribile incidente stradale. Ci sono volute 13 operazioni e sei anni per ricostruirle il viso dopo quell’infortunio, ma soprattutto tanta tenacia e la voglia di dimenticare.
Libba si è servita anche della scrittura per gettarsi alle spalle tutto ciò e adesso è una bella, giovane signora con un’enorme carica. Finora ha scritto una trilogia per Elliott Edizioni: “Una grande e terribile bellezza” (pubblicato da noi a giugno di quest’anno), “Angeli Ribelli”, da poco nelle librerie, e “The Sweet Far Thing”, che uscirà in Italia a breve.

Libba, che cos’è il new gothic?
E’ bello sapere di essere qualcuno che ha iniziato un trend. Il new gothic trae ispirazione dalla tradizione del XIX secolo, da Bram Stoker, da Dickens e dalle sorelle Bronte, a cui unisce una sensibilità moderna. Il new gothic – nella forma di noir psicologico - si sta estendendo ora anche alla musica e al cinema: si tratta di una esplorazione “nera”, anzi oscura, del linguaggio onirico junghiano/freudiano. Anche secondo la critica recuperare passaggi psicologici inconsci è più intrigante di quello che avviene nei libri di Harry Potter....

La forma del romanzo storico aiuta a recuperare il passato, non come rifugio, ma come punto di partenza?
Sicuramente. Io amo l’epoca vittoriana, ed è importante scrivere di ciò che si ama. Il romanzo spettrale e misterioso insieme ad un’ambientazione remota assomigliano ad una porta sul retro, che consente di evitare quello che potrebbe succedere parlando di sé al presente. Ad esempio si può scrivere dell’affacciarsi alla sessualità delle ragazze di 16 anni in un’epoca repressa, evitando di parlare per stereotipi. Anche il fatto che il contratto per la trilogia sia stato firmato il 10 settembre 2001, il giorno prima dell’attacco alle Torri Gemelli, e il fatto che la nascita dei libri si sia sovrapposta all’amministrazione Bush, , visto che vivo a New York, mi ha consentito di fare parallelismi con maggior facilità, senza coinvolgimenti.

Quando ha cominciato a scrivere?
A 18 anni, anche se non sapevo come fare. Scrivevo tanto, senza rendermene conto. Dopo l’incidente, che mi ha fatto perdere l’occhio sinistro e mi aveva distrutto il viso, ero frantumata dentro oltre che fuori; per fortuna mi regalarono un diario giallo, dove potevo riversare rabbia e dolore. La scrittura è per me uno strumento che dà forza. Scrissi poi copioni per teatro e lì capii che lo sceneggiatore è un masochista di professione. Mio marito, che è un agente, mi suggerì di scrivere un romanzo.

La sua grande capacità di caratterizzare e rappresentare i personaggi allora nasce da un passato di sceneggiatrice…

Lavorare per il teatro mi ha fornito elementi visuali per i miei libri, che sono anche in un certo senso “impollinati” dalla cultura popolare dei nostri giorni.


Ha concepito la trilogia complessivamente o in maniera progressiva, a mano a mano che entrava in confidenza con i protagonisti?

Sono la persona meno lineare del mondo. La pianificazione di qualcosa è al di fuori della mia logica: molto è nato in corso d’opera, nel momento in cui mi metto “in viaggio” insieme al lettore. Addirittura avevo scritto – durante la prima stesura – 500 pagine secondo me completamente sbagliate. Le ho buttate e ho ricominciato. L’inconscio è molto potente.

Come mai questa ambientazione, fra l’India e Londra?

Conferma la mia passione per l’800 e consente un buon parallelismo con le regole e la repressione tipica degli Stati del Sud degli Usa, dove sono vissuta. Mi è anche piaciuto documentarmi, studiare i libri dell’epoca e comunicare attraverso la Rete con i docenti del periodo. Ho usato una moltitudine di testi.

I diritti per tutti i suoi tre i volumi sono stati recentemente acquistati dalla Icon, la società di produzione di Mel Gibson…

È vero. E devo dire che questo fatto dà qualche soddisfazione, anche perché a scrivere non si guadagna molto, mentre a Hollywood i dollari scorrono a fiumi!

Sarà coinvolta nella sceneggiatura?

Ho parlato con il regista Charles Sturridge, che sono convinta “farà gustizia” al libro, mi fido di lui e non voglio intervenire perché un film è una cosa profondamente diversa da un libro. Certo, l’ho messo in guardia abbastanza chiaramente su quello che gli potrebbe accadere se non si comporta bene con le mie ragazze…

Dopo Harry Potter, anche lei parla comunque di adolescenti; come mai questo grande interesse della narrativa per i ragazzi? Tutto sommato sono opere lette anche e soprattutto dagli “adulti”…

È vero, c’è un forte interesse per l’adolescenza, perché è un’età di transizione e trasformazione, nella quale si conquista la maturità e non ci si ferma mai. È forse il periodo più “forte” dell’essere umano e può essere questa la chiave di lettura del successo dei miei libri come di quelli di J.K. Rowling (l’autrice di Harry Potter). Tra l’altro negli Stati Uniti si tende a marginalizzare la letteratura per gli adolescenti, e anzi a marginalizzare proprio gli studenti stessi, forse perché si ha paura della capacità dei ragazzi di capire le cose e anzi scavare oltre le menzogne.


Germana Brizzolari


Il sito ufficiale italiano della trilogia è: www.gemmadoyle.it

I libri di Libba Bray, Elliot Edizioni

Nel primo romanzo, “Una grande e terribile bellezza”, la protagonista Gemma Doyle (un evidente omaggio a Sir Arthur?), una sedicenne che ha appena perso la madre, arriva da Bombay a Londra per frequentare un severo college femminile. Lì, grazie ad un diario segreto, scopre un Ordine – di sole donne – dedito alla magia e alla ricerca di universi paralleli. Insieme ad un gruppetto di ragazze ribelli, Gemma scoprirà la Grande Madre, la Distruttrice e la Bellezza.

In “Angeli ribelli”, uscito ad ottobre in Italia, l’eroina Gemma è sempre più determinata a ricostituire l’Ordine e a distruggere la malvagia Circe, combattendo contro le forze oscure all’opera nei Regni. Aspettando il terzo capitolo della saga, un’esplosione di fantasmi, gorgoni, misteri e… buona società londinese.

G.B

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