mercoledì 16 maggio 2012

Chi erano i Jolly Rockers?


Da domani, 17 maggio (e fino al 27), in scena al teatro Ambra Jovinelli di Roma (piazza Guglielmo Pepe 43 – 47) lo spettacolo docu-teatr-musicale di Claudio Greg Gregori "Chi erano i Jolly Rockers?", con Lillo&Greg, Max Paiella e The Jolly Rockers Band, per la regia di Mauro Mandolini.

Un'altra novità per gli inesauribili Lillo e Greg. Una nuova commedia musicale? Un concerto? No, piuttosto un documentario teatrale musicale, in cui la vena surreale della penna di Greg si interseca con l’esecuzione dal vivo di una band degli anni 50’. Sulla falsariga delle ricostruzioni dei documentari storici, l'autore ripercorre le tappe della carriera dei Jolly Rockers, dagli esordi, nel 1954 in Tennessee, quando i componenti del gruppo, desiderosi di successo, si dimostrarono pronti a vendere l’anima al diavolo pur di diventare famosi.

Finte interviste registrate, testimonianze di esperti e di colleghi si intrecciano alla musica dal vivo e a sketches esilaranti, ripercorrendo la talentuosa vicenda in un mix di blues, voo-doo e rock and roll. I Jolly Rockers appartengono al mondo della leggenda e Claudio Gregori affida ai suoi colleghi di palco il compito di raccontare cosa andò storto nel patto stipulato con quel falso agente di tanti decenni fa. La band è composta da Mario Caporilli alla Tromba, Alessandro Tomei al Sax e al flauto, Marco Guidolotti al Sax baritono, Attilio Di Giovanni al Pianoforte, Francesco Redig de Campos al Contrabbasso e al basso elettrico, Alfredo Agli alla Batteria e alle percussioni.

Tennessee 1954. Alcuni amici formano una band per tentare la via del successo. La sorte non li premia, ma loro ci riprovano il decennio successivo, poi negli anni 70, negli 80, nei 90 e ci riprovano anche oggi. La nota bizzarra ed inquietante è che il passar degli anni pare non incida sui suoi membri e forse la spiegazione va ricercata nel Dr. Phenex, un misterioso figuro incontrato una notte ad un crocicchio, che offrì loro il successo in cambio dell'anima. "Negli anni cinquanta, con il Rock’n’roll si scatenò una prima rivoluzione dei costumi: sociali, politici ed ovviamente musicali - spiega Greg - e sebbene l’America sia geograficamente lontana è assai vicina nella cultura che ci accompagna da decenni, volenti o nolenti, con letteratura, cinematografia, teatro e musica". "Vorrei anche sottolineare l’importanza della matrice italica negli Stati Uniti - sottolinea ancora l'autore -. A ben guardare possiamo trovare molti cognomi italiani tra i musicisti, gli attori e gli scrittori d’oltreoceano. E tutti sono stati basilari nello sviluppo culturale americano.
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