Una sorta di thriller psicologico, attraverso la metafora del temporaneo isolamento di Vincent Van Gogh in manicomio, che lascia lo spettatore con il fiato sospeso. È il 1889 e l’unico desiderio del grande pittore è quello di uscire da quell’austera stanza del manicomio di Saint Paul dove non c’è altro colore che il bianco. La sua prima speranza è riposta nell’inaspettata visita del fratello Theo che ha dovuto prendere quattro treni e persino un carretto per andarlo a trovare …
Dal 13 febbraio al 4 marzo arriva al teatro Eliseo di Roma (via Nazionale 183) "L’odore assordante del bianco", di Stefano Massini, per la regia di Alessandro Maggi e con Alessandro Preziosi, Francesco Biscione, Massimo Nicolini, Roberto Manzi, Alessio Genchi, Vincenzo Zampa. La scrittura di Massini, limpida, squisitamente intrinseca e tagliente, nella sua galoppante tensione narrativa, offre possibilità di indagine. Il serrato e tuttavia andante dialogo tra Van Gogh e suo fratello Theo propone non soltanto un oggettivo grandangolo sulla vicenda umana dell’artista, ma ne rivela uno stadio sommerso.
Per Massini "Lo spettacolo è contrappunto all’incalzante partita dialogica. Sottinteso. Latente. Van Gogh, assoggettato e fortuitamente piegato dalla sua stessa dinamica cerebrale incarnata da Alessandro Preziosi, si lascia vivere già presente al suo disturbo. Il suo è un ragionato tentativo di sfuggire all’immutabilità del tempo, all’assenza di colore, a quell’irrimediabile strepito perenne di cui è vittima cosciente".