sabato 24 maggio 2008

Caro Sindaco di Roma

Lettera aperta al Sindaco di Roma
con integrazione e commenti a cura
degli utenti del popolo di Internet

Caro Sindaco di Roma,

hai vinto le elezioni e ti sei preso la tua brava rivincita della competizione amministrativa di qualche anno fa, con lo stesso blasonato avversario.

Anche il Governo nazionale ti appoggia e i cittadini, romani e italiani, sono fiduciosi ed in attesa. Aspettano cambiamenti e novità, soprattutto vogliono decisioni e vivibilità.

Vogliamo raccontarti alcune delle cose che servirebbero veramente alla nostra città, per essere non più, solo, una illuminata passerella per futuri aspiranti premier, ma una città europea nella quale potersi spostare facilmente, dove (addirittura!) si può parcheggiare e non fare lo slalom fra le mille buche sull'asfalto, dove si può scendere dalla fermata della metro, alle 20,30 e non essere aggrediti, uccisi o stuprate. 

L'altro giorno guardavo Exit, su La7 e la ex-vicesindaco di Roma, Maria Pia Garavaglia diceva: "Penso, anch'io adesso, che l'unica priorità non siano gli asili, ma anche l'asfalto e la mobilità". Che dire? Adesso se n'è accorta? Ora che non hanno più il boccino in mano? Mi sembra un po' comodo... Hanno avuto anni e anni per capirlo... Ma tant'è. Tu già lo sai, Sindaco. Ogni giorno si muovono nella città eterna centinaia di migliaia di vetture e moto. Devono poterlo fare con serenità.

Nella stessa trasmissione si vedeva l'asfalto di Parigi. Un sogno.

E la capitale francese, così come Londra, Berlino, Madrid, neanche si sognano la nostra "sosta selvaggia". Lì la doppia fila è un concetto inconcepibile. Qui è una delle prime cause di intasamento. Strade piccole e grandi sono congestionate anche e soprattutto da tutti i furbi che lasciano la macchina "un minutino" parcheggiata male. Passa a via di Scalo San Lorenzo: tutti i giorni la fila arriva da poco prima dell'immissione alla tangenziale a Porta Maggiore. Sai perchè? Perchè i camion che scaricano merci ad un negozio di sedie intasano tutto. Oppure vai nella bella via Chelini, ai Parioli. Tutte le biondi ed eleganti signore della Roma bene parcheggiano le loro Mercedes e Smart in doppia fila, da un lato e dall'altro della strada (fin su, anche a via Antonelli e Chelini, sono due ininterrotti serpentone) e gli autobus devono procedere a senso unico alternato.

Ho sentito che non vuoi più fare tante multe, ma serve una presenza capillare di polizia municipale che insegni a tutti i romani indisciplinati (cioè il 99% del totale) il rispetto vero del codice della strada. La polizia lo dice da sempre: incidenti e morti sono dovuti al mancato rispetto delle regole e alla distrazione.  E il killer numero uno è la velocità. Dentro Roma si assiste a gare di velocità a tutte le ore, e non solo di sera, come è successo due giorni fa, sulla Nomentana, quando sono stati uccisi un giovane di 25 anni e la sua ragazza di 20 (per inciso: chi era alla guida? Uno senza patente, un violento ultrà allontanato dalla curva da disposizioni giudiziarie, tossicodipendente. Vogliamo controllare, please, chi c'è in giro? mettiamo posti di blocco seri?  la sera facciamo i test etilici fuori da pub e discoteche?). Servono controlli. 

Attraversare è un terno al lotto, e se si ha la sventura di avere un problema motorio diventa veramente pericoloso. Meno strisce blu dei parcheggi a pagamento, ma magari destiniamo a parcheggi le vecchie caserme dismesse, costruiamo parcheggi sotterranei in diverse zone di Roma, in modo da evitare che i residenti di mezza Roma sprechino anche un'ora per posteggiare la macchina sotto casa, tutte le sere.

Sai certamente che "i mezzi pubblici non bastano mai", e non disperdere quanto fatto dalla giunta precedente, che ha notevolmemte potenziato i controlli su metropolitane ed autobus: basta "portoghesi": un euro per 75 minuti se lo possono veramente permettere tutti. 

Caro Sindaco, quello che sto per chiederti, poi, è veramente difficile: cerchi di "ri-educare" i nostri concittadini? Parlo proprio di educazione e civiltà, quella che si imparava a scuola e che i genitori, fino a qualche anno fa insegnavano ai propri figli. Quella per cui si fa uscire qualcuno da un posto prima di entrare noi, quella che non fa svuotare i portacenere della macchina per terra, in strada o che impedisce di buttare il mozzicone, magari acceso, dalla finestra. Quella che non fa strillare, che insegna il rispetto dell'altro, del vicino d'appartamento, quella del grazie e del prego, dello scusi e del mi dispiace. Non devo chiederlo a te? Forse hai ragione, ma immagino che in un contesto meno delirante e frenetico rispetto a quello che viviamo, forse potrebbe riemergere la bella romanità di un tempo, quando eravamo un bel popolo, simpatico.

In bocca al lupo, Gianni Alemanno.


Germana Brizzolari

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