E quindi bisogna guardare avanti, e macinare. Cosa in cui Francesca è maestra: “La mattina un paio d’ore di atletica, poi due-tre di allenamento. Pomeriggio almeno altre due-tre orette di allenamento”.
Determinata e concentrata, 17esima nel ranking mondiale (“Ma sono solo numeri, anche se fa piacere pensare che prima di te ci sono solo altre 16”), guarda alle prossime sfide, il 23 maggio a Roland Garros e il 21 giugno a Wimbledon con ottimismo: “il mio stato forma è buono”. Sempre a giugno, un altro appuntamento importante: il 23 compie 30 anni, ma “sono più forte oggi di dodici anni fa”.
Francesca, peccato per questa sconfitta…
Un insieme di piccole cose non ti permettono di fare prestazione. Comunque è stata una bella esperienza, aggiungo mattoni alla mia costruzione personale. Certo, quando sei lì vuoi vincere, tutti intorno a te lo vogliono, e ti senti anche addosso un po’ di responsabilità. Di solito reagisco alla grande, questa volta purtroppo ho fatto fatica.
Avevi dichiarato di “sentire” particolarmente il tifo italiano
Mi dispiace di non aver strappato le urla che il pubblico normalmente fa... Comunque, è bello che, dopo dieci anni di carriera, le persone ti conoscono, così com’è bello il fatto che il tennis sia sempre più uno sport “per tutti”.
Quale sarà la finale di questi Internazionali d’Italia?
Vincerà chi sta meglio fisicamente, perchè la terra non permette di riposare. Ho visto bene Serena Williams, e poi Aleksandra Wozniak, Samantha Stosur…
Stai attraversando un bellissimo momento, culminato con le vittorie nella semifinale della Fed Cup
Lì mi sono sentita a casa: il pubblico voleva che noi, guerriere, vincessimo e portassimo di nuovo l’Italia in finale. Ho sentito aumentare il feeling con il pubblico, me lo sono goduto, e a novembre andremo in America e affronteremo quella nazionale con il cuore, lottando per portare a casa la coppa.
Sei 17 esima nella classifica mondiale…. In un certo senso “annusi” la top ten?
Arrivo lì vicino alla vetta, e poi magari scendo di qualche posizione; in realtà sono solo numeri, non fanno una grande differenza. La cosa importante è rimanere sempre concentrati, e conquistarsi ogni punto. Ogni “quindici” è sofferenza, da moltiplicare per almeno 25 tornei l’anno…
Qualche consiglio per i giovanissimi che si avvicinano a questo sport?
Innanzitutto divertirsi: è un gioco, che può diventare una professione, ma rimane un gioco. Poi l’impegno: la mia giornata assomiglia a quella di un impiegato. Mi nutro bene perché è molto importante, così come è fondamentale il riposo, per recuperare. Certo, è dura, come tutte le professioni, e anche lo stress è forte; bisogna stare bene con se stessi, ascoltarsi e essere pronti per la competizione.
Ma tutti i giorni è così?
Non è tanto importante la quantità, ma la qualità dell’allenamento, poi anche i giorni di riposo dipendono da come vanno i tornei... Certo, Natale me lo prendo!
Quanto conta la "testa" in un incontro?
Moltissimo: la mente è un muscolo che va allenato ogni giorno, come un bicipite o il dritto e il rovescio. ovviamente non può mancare la forma fisica e un approccio tecnico/tattico corretto, ma la mente è la cosa più importante.
Due mesi densi di appuntamenti, come ad esempio il Roland Garros... Che obiettivi ti sei data?
Non mi piace promettere perché poi ti metti addosso tensione; voglio vivere il presente. Voglio esprimermi al massimo, e questo lo chiedo ogni giorno. adesso devo recuperare un po’ di energie nervose, e la forma sta a posto.
I primi capeli cominciano ad uscire…. A parte gli scherzi, continuerò a giocare fino a quando starò bene. E mi dicono che con questo fisico posso battere ogni record…. (confermo, ndr).
Un pronostico, contro tutte le scaramanzie:
Io, in finale a Parigi, contro Justine Henin.
In bocca al lupo!!
Germana Brizzolari