domenica 17 aprile 2011

Al Quirino il concerto di Piero Salvatori



Un’esclusiva nazionale per Piero Salvatori, il violoncellista e compositore New Classic che pone l’Anima al centro del Suono. Martedì 19 aprile, alle 20,45, al Teatro Quirino (via delle Vergini 7, a Roma) con il suo nuovo concerto multimediale. Accompagnato da un trio formato da Valerio Baggio al pianoforte e consolle elettronica, Daniele Petrosillo al contrabbasso e Ivan Ciccarelli alle percussioni, con la speciale partecipazione dei primi ballerini solisti dell’Arena di Verona, Ghislaine Valeriani e Luca Condello, Salvatori propone una performance dedicata agli stati d’animo, con atmosfere sonore tratte dal suo recente album discografico dal titolo Images. 



Un album ricco di molte suggestioni visive, sensoriali ed emotive, con lontani echi di Eric Satie, Morricone, Debussy; una colonna sonora ideale per un film mai girato dalle immagini di luoghi ed atmosfere perdute, ricordi incantevoli, memorie evanescenti. La vena melodica di Piero Salvatori arricchita dal contributo dei musicisti – nell’album la partecipazione di Paolo Fresu, Mauro Beggio e Sergio Cossu – rispecchia la personalità del suo autore, già affermato musicista a fianco dei Maestri come Celso Valli, Roberto Pregadio, Pippo Caruso, Peppe Vessicchio, ed ispirato esecutore dello strumento nelle produzioni artistiche di Renato Zero, Lucio Dalla, Riccardo Cocciante, Adriano Celentano, Paola Turci, Ron, Mango,Sergio Cammariere, Loredana Berté, Marina Rei.

Salvatori mette a fuoco la sua esperienza musicale più matura nel jazz, a fianco di eccellenze come Enrico Pieranunzi, Paolo Fresu, Rita Marcotulli, Stefano Bollani, ma è nella trasversalità ed integrazione fra le varie arti che l’opera musicale del violoncellista trova il suo apice. Questo spettacolo è la prova del suo eclettismo interpretativo e della sua creatività musicale affrontata con l’interscambiabilità tra i suoi due strumenti, il pianoforte, col quale compone (la mente), e il violoncello, col quale interpreta (il cuore). Come lui stesso afferma: “Ho sempre parlato del pianoforte e mai del mio violoncello. Lui è così dentro me che a volte faccio fatica a vederlo. La mia musica nasce sui tasti bianchi e neri, ma si colora poi con la voce della sua anima.”
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