Fino al 18 dicembre, alla Casa delle Culture di Roma (via San Crisogono 45) è in scena "Toghe Rosso Sangue", lo spettacolo di Francesco Marino che racconta “La vita e la morte dei magistrati italiani assassinati nel nome della giustizia”.
Una linea, rossa come il sangue, unifica tristemente l’Italia nell’arco di 25 anni, dal 1969 al 1994: sono 27 i magistrati italiani ad aver perso la vita per mano della mafia, della ‘ndrangheta, del terrorismo rosso, di quello nero, di soliti ignoti o di tristemente noti. Con pochissime eccezioni, oltre alla pena di morte decretata dai mandanti e decantata dagli esecutori, tali magistrati hanno subito una nuova morte: l’oblio. Per render loro giustizia nasce Toghe rosso sangue, primo libro di Paride Leporace, fondatore del quotidiano "Calabria Ora" e direttore del "Quotidiano della Basilicata", giunto oggi alla quinta edizione e adattato drammaturgicamente da Giacomo Carbone.
La storia di questi giudici attraversa la storia dell’Italia: dagli errori giudiziari verso il singolo cittadino ai processi sommari dei Nuclei Armati Rivoluzionari, dal Padrino di Coppola e Brando alla Magliana di Placido e Scamarcio, dalle micce corte di Prima Linea ai lunghi strascichi di Via D’Amelio, dalla sabbia e dal vento della Calabria alle vendette delle ‘ndrine per le vie della grigia Torino, dalle stragi di Stato allo stato di scomparso di Paolo Adinolfi.
Quattro voci, quattro attori (Francesco Marino, Emanuela Valiante, Diego Migeni, Sebastiano Gavasso), quattro anime avvolte da un’atmosfera tra il realismo e il noir e da una scenografia essenziale, per rendere omaggio a uomini morti nell’adempimento del loro dovere.