Fino al 22 gennaio, la Compagnia Berardi - Casolari porta in scena al Teatro Ambra alla Garbatella (piazza Giovanni da Triora 15, a Roma) "Io provo a volare!", un omaggio a Domenico Modugno di e con Gianfranco Berardi con la partecipazione di Davide Berardi (voce solista e chitarra), Giancarlo Pagliara (Fisarmonica), Vincenzo Pede (percussioni), Francesco Salonna (contrabasso), regia di Gianfranco Berardi e Gabriel la Casolari, luci Gabriella Casolari, costumi Pasqualina Ignomeriello.
Uno spettacolo a metà fra il teatro e la musica per rendere omaggio a Domenico Modugno attore di cinema e teatro ed interprete della musica popolare italiana. Mister Volare è stato un uomo semplice e forte, umile e rivoluzionario, un esempio da seguire fermamente ancorato alle sue radici meridionali mai rinnegate, anche se spesso tenute a distanza. Nella sua opera Modugno ha ricordato la sua gente, le persone figlie dell’amara e dura terra del sudore, dai volti scuri e dalle mani incallite, mani che, pizzicando le corde di una chitarra, si sono pian piano levigate.
“Io provo a volare”, drammaturgia originale,parte da cenni biografici di Domenico Modugno, unitamente alle suggestioni evocate dalle sue canzoni, e racconta la vita di uno dei tanti giovani cresciuti in provincia pronti a affrontare ogni peripezia per realizzare il sogno di diventare un’artista, sull’onda di miti che oggi come ieri costellano l’immaginario giovanile. Ed è proprio attraverso la descrizione delle aspettative, delle delusioni, degli sforzi e degli inganni subiti da truffaldini incontri che si articola il viaggio fra comici episodi della realtà provinciale e alienanti esperienze metropolitane a caccia di situazioni favorevoli.
La storia vede un custode di un teatrino di provincia (o forse il suo spirito) che ostacola, non visto, le prove di un gruppo di giovani musicisti all’interno del teatro in cui lui vive e dove ha mosso i primi passi nel tentativo di diventare un attore. Così fra racconto, musica, danza ed interpretazione, rivive episodi della sua vita di incompreso talento. Dopo aver provato tutte le strade possibili per riuscire a diventare un attore infatti e non essendoci riuscito, decide di fuggire nottetempo dalla propria realtà troppo piccola ed ignorante per cercare situazioni all’altezza della sua arte! Ironia della sorte vuole che una volta giunto in città, gli incontri e gli ambienti frequentati risultano di natura diversa, ma dello stesso livello della provincia. Che fare allora se non tornare al paesino, sia pur con la morte nel cuore, a fare il custode?
Ma il piccolo e romantico cinema in cui aveva cullato il sogno artistico, nel frattempo è stato stuprato da restauri politici ad opera di incompetenti. Così per amore dell’arte e del proprio progetto di felicità già più volte sfumato il povero custode decide di entrare di nascosto nel teatro e, pietra dopo pietra, inizia a demolirlo.