martedì 23 aprile 2013

Quirinarie di Grillo, vi sembra democrazia?



Stefano Rodotà presidente della Repubblica a furor di popolo. Così tuonavano fino a pochi giorni fa gli esponenti del Movimento 5 Stelle dopo aver tenuto on line le Quirinarie, le consultazioni via web per capire chi candidare al Colle. Si parlava di "processo democratico" per far scegliere il nuovo capo dello Stato direttamente ai cittadini. C'è stato pure il giallo di un presunto attacco hacker al blog di Grillo che ha fatto ripetere la votazione. Oggi il sito dell'ex comico pubblica i numeri di questa imponente acclamazione popolare, con la certificazione della società Dnv Business Assurance: 28.518 i voti espressi sui 48.292 aventi diritto (chi era iscritto al partito alla data del 31 dicembre 2012).

Il giurista di Cosenza ha ricevuto 4.677 voti. Meglio di lui erano andati la giornalista Milena Gabanelli (5.796 voti) e Gino Strada di Emergency (4.938 voti), che però hanno declinato l'invito a candidarsi. A seguire: Gustavo zagrebelsky 4.335, ferdinando imposimato 2.476, Emma Bonino 2.200, gian Carlo Caselli 1.761, Romano Prodi romano 1.394, dario Fo 941. Quindi i 163 parlamentari 5 Stelle, votando in 6 occasioni Rodotà al Quirinale, peroravano i desideri di meno di cinquemila persone, un po' pochine rispetto ai 9 milioni di voti ricevuti dallo stesso M5S. Dov'è la democrazia in tutto ciò? E la rappresentanza?
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