mercoledì 8 gennaio 2014

Come se mangiassi pietre, di Wojciech Tochman


Cosa rimane quando la guerra finisce, quando anche il risalto mediatico delle battaglie è terminato? Ce lo racconta Wojciech Tochman nel suo bellissimo libro-reportage, "Come se mangiassi pietre", per Keller Editore. Un volume crudo, nel quale lo scrittore (e reporter) polacco racconta l’umanità del "dopo Dayton", gli accordi che - nel 1995 - misero fine alla guerra di Bosnia. Il giornalista narra le storie alle quali ha assistito, registra il dolore, la paura, la vergogna (“Nella Repubblica serba di Bosnia gli uomini evitano di farsi fotografare, si coprono il viso: tremano di terrore al pensiero di essere riconosciuti dalle donne musulmane”).

Si diventa così compagni di viaggio dei protagonisti di tante vicende, delle donne - madri e mogli - sopravvissute ai figli e ai mariti, che tentano di superare l'orrore del conflitto passato, e provano a ricostruire un futuro. Nei quattro anni della Guerra Civile nella ex Yugoslavia sono morte oltre centomila persone. Ci sono voluti anni prima che si potessero identificare i morti nelle fosse comuni. Nelle istantanee scattate dal reporter insieme ai protagonisti, vediamo un’ampia sala dove sono esposti gli abiti delle vittime, una cella sotterranea con mucchi di ossa, un campo per rifugiati senza casa, una città abbandonata, un funerale .
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